ANNO 14 n° 88
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Ma c'č anche chi lascia la periferia per investire in centro
I titolari dell'osteria ''Il Tavernacolo'', trasferitasi da pochi giorni in via San Carluccio: ''Qui opportunitā, ci crediamo''

VITERBO - (sim.lup.) - Nonostante tanti commercianti del centro storico siano stati costretti ad abbassare la saracinesca o a trasferire la propria attività fuori dalle mura per cercare di sopravvivere, oggi c’è ancora chi decide di investire nel quartiere medievale, facendo invece il percorso inverso. E’ il caso di Mirko Zucchi e William Tamantini, zio e nipote, che da via Garbini hanno deciso di spostare l’insegna del proprio locale – ''Il Tavernacolo'' - nel cuore della città, in via San Carluccio, all’angolo con l’omonima piazza. Un salto radicale: dall’asfalto ai sampietrini; dal piano terra di un anonimo palazzo occupato da uffici agli antichi palazzi della città. Venerdì scorso l’inaugurazione, in contemporanea con l’apertura del villaggio di Natale.

''Il centro storico ha tanti problemi? Noi crediamo nelle opportunità che ha da offrire – spiegano convinti i due imprenditori –. Per quello che abbiamo potuto notare in questi giorni e nelle settimane precedenti all’apertura, la zona ci è sembrata molto movimentata, non solo da giovani. Poi ci sono i turisti. Locali chiusi? Nell'ambito della ristorazione  - rispondono sempre zio e nipote - il panorama è molto più vivace rispetto a come viene spesso descritto. Dietro la nostra strada aprirà tra poco un ristorante, e non è l’unico. Ci sono tanti posti dove si può mangiare e bere''.

L’avventura del Tavernacolo è partita ad aprile: ''Avevamo aperto in via Garbini pensando di lavorare soprattutto di giorno. Il locale si trovava in una zona dove c’erano molto uffici, ma, oltre alla concorrenza, ci siamo accorti che all’ora di pranzo chi può preferisce tornare a casa piuttosto che mangiare fuori. Allora abbiamo iniziato a pensare a qualcosa di diverso e all’idea di trasferirci in centro, puntando su un tipo di clientela diverso. In poco tempo abbiamo trovato questo locale. sui 110 metri quadrati, che si presta benissimo alle nostre esigenze, perché prima di noi ospitava un altro pub''.

Il menu del Tavernacolo si basa su taglieri di affettati e formaggi, panini, hamburger e insalate. E poi birra e vino, in bottiglia e alla spina, e cocktail. ''Studieremo delle offerte per attirare clienti non solo nei fine settimana, ma anche dal lunedì al giovedì, quando c’è un po’ meno gente in giro''.

Zucchi e Tamantini hanno approfittato anche dei contributi – 2mila euro sottoforma di sgravi - che l’amministrazione comunale ha stanziato di recente per chi decide di aprire un’attività nella parte più antica del capoluogo: ''Al momento abbiamo presentato solo la domanda, ma speriamo ovviamente di ottenerli. Avevamo già preso la decisione di trasferirci, ma quando abbiamo appreso di questa opportunità abbiamo colto la palla al balzo. Si tratta di un’iniziativa sicuramente positiva''.

Preoccupano un po’, invece, le limitazioni orarie che obbligano i locali a chiudere a mezzanotte: ''Un pub come il nostro comincia a lavorare dopo cena, se a mezzanotte bisogna già chiudere diventa un problema dire alla gente seduta ai tavoli di uscire. In questo senso può sembrare un controsenso dare alcuni incentivi per venire in centro, ma al tempo stesso imporre delle regole così stringenti sugli orari. Abbiamo fatto richiesta per ottenere la deroga per restare aperti almeno fino all’una, anche se i requisiti per ottenerla sono molto stringenti''.

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