ANNO 14 n° 88
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L'ipetrofia funzionale, correlazione diretta tra fisico e prestazione
L'esperienza e i consigli di Simone Sensoni

Quanti di voi non si sono incuriositi vedendo bizzarri video in rete di atleti che sollevano e ribaltano giganteschi pneumatici di trattori o utilizzano strane palle di ghisa con una maniglia per compiere movimenti apparentemente proibitivi? Può sembrare tutto tranne che una pratica seria e alla portata di tutti, vero?

E invece no. Questo tipo di allenamento che sta spopolando in Europa è detto FUNCTIONAL TRAINING ed è caratterizzato da una vasta gamma di attività da scegliere e somministrare a chiunque voglia fare del proprio corpo una macchina efficiente.

Tutti possono intraprendere la strada dell’allenamento funzionale e tutti, partendo dalle basi e seguendo poi un iter propedeutico, riusciranno a raggiungere obiettivi inimmaginabili sia in termini di salute psicofisica che di prestazione.

Mi chiamo Simone Sensoni ed ho 30 anni. Ho conseguito la laurea in Scienze Motorie e Sportive all’Università di Perugia e anche io, dopo essere stato colpito a livello mediatico da questo modo di allenarsi e avendone fin da subito intuito le enormi potenzialità, ho deciso di cercare un luogo vicino a me che mi permettesse di iniziare a sperimentare direttamente ogni tipologia di attrezzo utilizzato in questo vasto mondo funzionale.

Ho quindi cominciato a raccogliere informazioni a riguardo, finché il destino ha deciso di farmi incontrare una persona speciale, Francesco Ripa, attualmente coach della WTA (Functional Training Accademy) nel Lazio. Tra di noi poche parole ma un obiettivo chiaro e condiviso: diffondere il più possibile l’allenamento funzionale. Così ho intrapreso un percorso di formazione come istruttore di Functional training e di Flying Suspension Training, attività che pratico al club Evolution Functional Training. Presso la stessa WTA attualmente sto conseguendo la certificazione da istruttore di Barbell & Bodyweight Training.

Prima di entrare nello specifico dell’allenamento funzionale è bene fare una piccola premessa sull’importanza dell’attività fisica.

L’esercizio fisico contrasta l’invecchiamento e preserva l’efficienza del nostro corpo e lo stato di salute psicofisico allungando e migliorando la vita. In milioni di anni di evoluzione Il nostro organismo si è sviluppato per correre, saltare, arrampicarsi, spingere, trascinare, sollevare, ecc.; in assenza di questi stimoli motori il processo di decadimento fisico si innesca automaticamente, ma può essere contrastato inviando al proprio corpo segnali sotto forma di esercizio fisico.

Biologicamente siamo programmati per essere forti, agili, flessibili, dunque giovani. Il primo e più importante modo per rimanere più giovani è l’allenamento. L’esercizio fisico è il modo più efficace per stimolare il corpo e il cervello. Rimanere attivi, inoltre, influenza positivamente, e in modo sorprendente l’umore, contrastando lo stress emotivo cronico, provocato da preoccupazione, noia, apatia e solitudine, attraverso la produzione di endorfine, sostanze chimiche prodotte dal cervello.

Non si può desiderare di più, la chiave per condurre una vita sana sfruttando al meglio le nostre potenzialità fisiche è alla portata di tutti, giovanissimi e non. Resta a noi fare la scelta giusta.

Resa nota la possibilità di avere a disposizione questo potente “farmaco” sotto forma di movimento, mi soffermerei su un altro fondamentale aspetto che ci spinge ad iniziare un’attività fisica, cioè il desiderio di vederci finalmente in un corpo nuovo, di avere un fisico armonioso ed atletico.

Per riuscire a raggiungere le dimensioni soddisfacenti dell’intera muscolatura scheletrica, muscoli sani, forti e in grado di svolgere la loro funzione al meglio, si deve necessariamente iniziare un percorso di allenamento.

Lungo questo percorso il muscolo diventa più forte e grande per sopperire alle richieste energetiche da parte dello stimolo allenante, cioè si ipertrofizza.

L’ipertrofia è un evento di adattamento, per cui un muscolo reagendo ad uno stimolo aumenta le dimensioni delle singole fibre muscolari e di conseguenza della massa muscolare. Questo processo è la risposta fisiologica alla rottura dell'omeostasi da parte dello stimolo allenante. Per non soccombere al ripresentarsi di un carico della medesima intensità l'organismo innesca un processo di supercompensazione, che ha lo scopo di migliorare il livello prestativo originale. Le riserve metaboliche, il metabolismo e le varie strutture anatomiche sollecitate non tornano quindi allo stato iniziale ma, per breve tempo, lo superano, collocandosi ad un valore leggermente superiore. Si osserva così un aumento di diametro del muscolo e un aumento della sua sezione trasversa: ogni stimolo che richiede un incremento di forza, genera un’ipertrofia.

Le fibre muscolari coinvolte in questo processo non sono tutte uguali, troviamo infatti fibre più o meno resistenti ad un determinato stress. Durante una sessione di allenamento il carico utilizzato per eseguire un determinato esercizio colpisce in maniera più gravosa le fibre che meno riescono a sopportare quel determinato carico. Queste fibre vanno incontro ad una rottura e successivamente sostituite con nuovo tessuto muscolare più resistenete e forte di quello precedente. Nell’allenamento successivo, grazie all’effetto di questo processo, ci ritroveremo a fronteggiare lo stesso stimolo provvisti di nuove fibre muscolari in grado di non cedere nuovamente a quel tipo di carico.

L’ipertrofia è dunque dovuta ad una serie di fattori come l’ aumento delle dimensioni delle fibre e l’incremento di volume dei fluidi cellulari, del tessuto connettivo e del glicogeno muscolare.

Ci sono diversi tipi di ipertrofia muscolare scheletrica:

ipertrofia funzionale o miofibrillare, cioè l'aumentato del numero di miofibrille per fibra muscolare e quindi un aumento dei sarcomeri in parallelo;

ipertrofia non funzionale o sarcoplasmatica, ovvero la crescita del sarcoplasma e nessuna crescita diretta delle proteine contrattili;

La formazione di tessuto muscolare in seguito a ipertrofia funzionale, porta a risultati più duraturi. Infatti quella che si viene a creare è massa funzionale che è in grado di produrre forza.

L’ipertrofia non funzionale contribuisce comunque alla creazione del muscolo ma in maniera differente.

È bene precisare che quando ci alleniamo mettiamo in moto entrambi i meccanismi ipertrofici contemporaneamente ma con percentuali diverse in base al tipo di allenamento.

Allo stesso modo non è possibile allenarsi solo per la forza o solo per l’ipertrofia perché è impossibile scindere le due cose, si può solo porre l’accento su uno o sull’altro aspetto ma, soprattutto per chi è all’inizio di un percorso allenante, aumento di forza e di massa muscolare avverranno contemporaneamente.

Questo concetto di globalità lo ritroviamo perfettamente in tutto il mondo dell’allenamento funzionale, il quale si basa sull’utilizzo dei muscoli del nostro corpo in sinergia, quindi sull’attivazione, nello stesso istante, di intere catene cinetiche muscolari per creare movimento. Chiunque si avvicini a questo tipo di attività riscontra un miglioramento dell’efficienza fisica e della salute, oltre che lo sviluppo di tutte le capacità fisiche che stanno alla base del concetto di funzionalità: la flessibilità, la mobilità articolare, la stabilità, la propriocettività, l’equilibrio, la coordinazione, la capacità aerobica e, last but not least, la forza. Proprio quest’ultima è considerata la capacità madre, in quanto a partire dalla forza possiamo poi sviluppare tutte le altre capacità fino a raggiungere alti livelli di efficienza fisica da spendere nella quotidianità e dunque godere di uno stato di salute ottimale e duraturo.

Proprio in riferimento allo sviluppo della forza entra in gioco uno strumento formidabile in grado di condizionare il nostro apparato muscoloscheletrico in maniera molto efficace, in grado di scolpire muscoli marmorei e performanti, soprattutto muscoli funzionali e cioè capaci di farci eseguire movimenti complessi. Mi riferisco al bilanciere.

Con questo strumento possiamo eseguire esercizi come lo squat e il deadlift che ci permettono di:

• migliorare la coordinazione intermuscolare (cioè la coordinazione tra muscoli che lavorano insieme in un determinato movimento);

• migliorare la coordinazione intramuscolare (cioè la coordinazione interna del muscolo);

• coinvolgere intere catene muscolari (cosa indispensabile per lo sviluppo della forza);

• avere un maggior reclutamento di fibre muscolari nell'unità di tempo;

• notevole perdita di massa grassa;

• aumentare le prestazioni nello sport praticato;

• essere più efficienti nel proprio lavoro;

• raggiungere un risultato estetico importante;

• preservare uno stato di salute ottimale.

Un ottimo programma di allenamento funzionale con bilancieri incentrato principalmente sulla forza e quindi sullo sviluppo di un’ipertrofia funzionale, prevede anche movimenti eseguiti a corpo libero, cioè basati sull’utilizzo del proprio peso corporeo. Così si allena l’intero apparato muscoloscheletrico in multiplanarità, assicurando un lavoro globale.

Se vuoi provare l'allenamento funzionale o se vuoi avere altre informazioni chiama il coach dell'Evolution Functional Training Francesco Ripa al 335.804619. La Evoft Club si trova a Viterbo, Strada Tuscanese 57 (dietro alla concessionaria Opel).

Solo tu puoi avere LA FORZA di cambiare!

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