ANNO 14 n° 111
Lascia il cane senza acqua né cibo
A processo per maltrattamenti un pastore sardo

VITERBO - Gli avrebbe mozzato le orecchie perchè secondo una credenza popolare legata alla pastorizia, il cane anche durante il sonno sarebbe stato più vigile. Attento ad ogni rumore e pronto all'attacco, a difendere il gregge.

Ma non solo, al povero pastore maremmano abbruzzese sarebbe stata mozzata anche la coda e gli sarebbe stata negata la libertà.

''Viveva la sua esistenza in catene. Sempre legato. Senza acqua nè cibo. Era visibilmente denutrito e malconcio''. A parlare in aula una guardia zoofila volontaria che nel corso del 2016 ha più volte ricevuto le segnalazioni di una signora vicina di terreno, dove il cane viveva.

A processo, oggi, per quei maltrattamenti, il proprietario del cane, un pastore sardo, residente a Grotte di Castro. ''Dopo aver ricevuto la notizia, abbiamo più volte compiuto sopralluoghi anche accompagnati dal nucleo Nas dei Carabinieri di Vitorchiano - spiega la guardia zoofila - ogni volta lo scenario era lo stesso. Un tristissimo scenario di degrado e abbandono: il cane in catene senza acqua nè generi alimentari nelle vicinanze''.

Tutto ciò che, a volte, nel corso della giornata al cane veniva offerto erano degli avanzi che la vicina di terreno gli lasciava. ''I nostri blitz non erano annunciati, andavamo in orari sempre diversi, eppure il cane era sempre solo e abbandonato: gli davamo da bere. E ogni volta si finiva ciotole intere di acqua, senza quasi prendere fiato''.

Uno stato di abbandono e indecenza, da cui il pastore maremmano è stato salvato, nel momento in cui è stato posto sotto sequestro. 

Alla prossima udienza, fissata per il prossimo 11 ottobre, verranno ascoltati i carabinieri che si sono occupati della vicenda e il proprietario del terreno. Servirà a capire se fosse a conoscenza di ciò che accadeva all'interno della sua proprietà o fosse all'oscuro di tutto. 




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