ANNO 14 n° 88
La vittima: ''Mi sono risvegliata nel mio letto vestita e dolorante''
Gli abusi ripresi col cellulare e condivisi con amici e parenti. Il gip: ''Manifestato compiacimento degli indagati''

VITERBO - (b.b.) Un ''black out'' di alcune ore tale da offuscare ogni ricordo della serata. Ogni ricordo di quanto accaduto dopo che quel forte pugno ricevuto in pieno volto le avrebbe quasi fatto perdere coscienza.

Da quel buio totale la 36enne si sarebbe ripresa solo la mattina seguente, quando ''vestita e dolorante'' si sarebbe risvegliata nel letto del suo appartamento, senza avere la minima idea di come esserci arrivata.

Eppure nella notte precedente, quella tra l'11 e il 12 aprile scorso, sarebbe stata vittima di una violenza sessuale per cui ora due giovanissimi viterbesi sono reclusi nel carcere di Mammagialla: Francesco Chiricozzi e Riccardo Licci avrebbero adescato la donna, l'avrebbero costretta a bere e poi, portata all'interno di un circolo privato, avrebbero tentato un primo approccio sessuale. Respinti, sarebbe scattata la violenza: pugni e spintoni per far piegare la 36enne, già fisicamente provata a causa di un mix di alcol e psicofarmaci, alla loro volontà.

E le prove di quella aggressione si troverebbero proprio all'interno dei cellulari dei due presunti aggressori. Nonostante il tentativo di cancellare file e applicazioni, ci sarebbero video e immagini che li inchioderebbero alle accuse che la Procura contesta loro: violenza sessuale di gruppo e lesioni.

In carcere dallo scorso 29 aprile, i due ventenni mostrerebbero ''una personalità negativa'', caratterizzata da ''discontrollo degli impulsi'' e ''assenza di freni inibitori''. Ma non solo, secondo quanto evidenziato dal gip Rita Cialoni, ''la successiva condivisione delle immagini e dei filmati della violenza'' rappresenterebbe un ''manifestato compiacimento dei due indagati''. Che avrebbero scelto la loro vittima proprio in virtù della sua particolare vulnerabilità. Una fragilità psichica che emergerebbe anche dal percorso terapeutico presso il centro di salute mentale del capoluogo della Tuscia di cui è protagonista.



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