ANNO 14 n° 109
''La violenza sulle donne
c'č anche a lavoro''
Usb Viterbo parteciperā alla giornata nazionale ''Non una di meno''

VITERBO - Usb Viterbo aderisce alla manifestazione nazionale, del 26 novembre a Roma, contro la violenza maschile sulle donne ''Non una di meno'' promossa da Io Decido, rete romana che comprende associazioni, sindacati, sportelli anti violenza, Udi (Unione Donne d’Italia) e Di Re (Donne In Rete contro la violenza) che è la prima e unica rete italiana, a carattere nazionale, di centri antiviolenza gestiti da associazioni di donne.

Michela Flores, delegata Usb, nel suo intervento all’assemblea ha ribadito quanto sia ancora presente lo stereotipo della commessa attraente nella nostra società: ''Nel settore del lavoro privato le donne sono costrette a rispettare canoni di bellezza in modo da poter 'invogliare' i compratori all’acquisto. Di solito, le commesse, sono 'ragazze vetrina' molto giovani, truccate, che devono vendere la propria immagine, invece della loro professionalità.

Il settore del commercio è costituito per l’80% di donne di cui una netta maggioranza sono lavoratrici part-time con contratti che arrivano fino a 18 ore settimanali e con una retribuzione mensile inferiore alla soglia di povertà. La violenza sociale, economica e psicologica è così presente sul lavoro femminile tanto da poter imporre pratiche illegali come le famose dimissioni in bianco: la lavoratrice è costretta a firmare le dimissioni in anticipo, al momento dell’assunzione.

Durante i colloqui di lavoro ci sono domande ricorrenti che invadono la privacy delle donne. Devono dichiarare se vogliono qualcuno al loro fianco o intendono mettere al mondo dei figli. Inoltre la retribuzione, anche a parità di mansione, risulta essere inferiore a quella degli uomini e fare carriera risulta estremamente complesso. Il modello del leader è quello che rinuncia alla famiglia ed è sempre presente per incrementare il profitto della propria azienda.

Nel 2014 l’Istat ha rilevato che il 30% delle lavoratrici divenute madri ha abbandonato l’occupazione, per incompatibilità degli orari di lavoro con le esigenze dei loro figli. Un ruolo importante lo gioca anche lo Stato perché l'inadeguatezza dei servizi alle famiglie costringe le donne a prendere decisioni drastiche.

Il sindacato Usb ha giocato un ruolo importante nella difesa dei diritti delle lavoratrici. La paura di perdere il posto di lavoro, spesso, lede o annulla la loro dignità. Ma le cose stanno cambiando:sempre più lavoratrici scelgono di non scendere a compromessi con le regole maschiliste imposte dalle aziende e anche se vessate, discriminate e maltrattate continuano a combattere per il loro diritto ad avere una vita dignitosa e una famiglia''.




Facebook Twitter Rss