ANNO 14 n° 89
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La pistola puntata alla tempia
Colpo alla testa di lei, poi contro sé: gli ultimi attimi di Silvia e Francesco

ORTE – Con la pistola in pugno, seduto sul sedile del passeggero della Renault Megane della sua ex fidanzata, avrebbe prima sparato un colpo contro Silvia, poi avrebbe puntato l’arma contro se stesso e l’avrebbe fatta finita. Una tragedia durata poco più di una manciata di secondi. In pochi attimi due giovani vite spezzate.

Eppure l’incontro di ieri pomeriggio tra Silvia Tabacchi, 30 anni e Francesco Maragliani, suo coetaneo, avrebbe dovuto essere tutt’altro. Un saluto e un ultimo scambio di effetti personali dopo la fine della loro storia d’amore, durata circa 16 anni e finita da poco. Invece il dramma. Francesco, originario di Amelia, nel primo pomeriggio avrebbe raggiunto Vasanello in sella alla sua moto, una Ninja Kawasaki, e poi avrebbe incontrato la sua ex, proprio in quella piazzola, sulla strada Vasanellese, in cui entrambi sono stati ritrovati cadavere.

Parcheggiata la moto, sarebbe poi salito sull’auto della ragazza, un’utilitaria grigio metallizzata, dal lato del passeggero. Alla guida Silvia. Fermi sul ciglio della strada. Pochi attimi e la tragedia: Francesco, probabilmente accecato dalla morbosa gelosia che ancora lo legava alla sua ex, avrebbe estratto la pistola, una calibro 9, regolarmente detenuta, e poi avrebbe premuto il grilletto. Un primo colpo, forse andato a vuoto, avrebbe distrutto il finestrino della Renault Megane, a pochi centimetri dal volto della giovane. Il secondo, invece, quello mortale, l’avrebbe colpita alla tempia. Per lei, nessuno scampo. Poi, seguendo il suo tragico piano, si sarebbe rivolto la pistola contro per togliersi la vita.

Per gli inquirenti non ci sarebbero dubbi: si tratterebbe di un omicidio-suicidio. Scatenato, con ogni probabilità dalla folle gelosia del ragazzo, divenuta ossessione. Difficile per lui, accettare la fine della relazione con Silvia e che lei si fosse nuovamente fidanzata. Un piano di morte che sarebbe stato annunciato e descritto dettagliatamente in una lettera, ritrovata tra gli effetti del giovane, in cui, con toni farneticanti, avrebbe detto addio al mondo e alla vita.

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