ANNO 14 n° 88
''La notte della Tosca'' al teatro Boni
Domenica in scena lo spettacolo di Roberta Skerl con Pietro Longhi

ACQUAPENDENTE - Penultimo appuntamento, domenica 19 marzo 2017, con la stagione del Teatro Boni di Acquapendente, diretta da Sandro Nardi. Alle ore 17.30 sarà in scena ''La Notte della Tosca'', commedia di Roberta Skerl, con Pietro Longhi, Gabriella Silvestri, Alida Sacoor e Annachiara Mantovani e con la partecipazione di Pierre Bresolin, per la regia di Silvio Giordani.

''Occupare la terrazza di Castel Sant’Angelo per far valere i propri diritti, per urlare la propria disperazione, per farsi ascoltare dalle autorità e dalla massa indifferente''. Questo consiglia Omar, ex delegato sindacale delle Ferrovie dello Stato e ora degente in casa di riposo, alle tre infermiere che da anni lo accudiscono quando improvvisamente ricevono una lettera di licenziamento.

La casa di cura sta per essere trasformata in albergo di lusso e le donne si ritrovano da un giorno all’altro senza lavoro: una è sola con due figli da mantenere, un’altra incinta, la terza ha un marito in cassa integrazione. Vedendole sprofondate nello sconforto, sarà il vecchio paziente appassionato d’opera lirica, ormai malato e prossimo alla fine, a spronarle nella nuova avventura, a infondere in loro il coraggio di alzare la testa e reclamare la propria dignità.

Rinvigorito lui stesso dal ricordo delle antiche battaglie, ispirato dall’amore per la lirica e in omaggio alla Tosca fiera e mai remissiva, sarà con loro nel gesto clamoroso ed eclatante, per richiamare l’attenzione dei media, unica via oggi per essere ascoltati.

''La Notte della Tosca'' è una commedia brillante che tratta tematiche sociali e spesso drammatiche con delicatezza ed ironia. Si ride senza perdere di vista la drammaticità del tema e sia le battute che le caratterizzazioni dei personaggi divertono senza dover ricorrere ad eccessi o forzature.

Le interpreti femminili, Gabriella Silvestri, Claudia Ferri e Annachiara Mantovani, oscillano tra sfoghi isterici di rabbia, crisi di pianto e momenti di penosa disperazione,mentre Pietro Longhi è il burbero Oscar, spassosamente lapidario e sarcastico, passionario e determinato nel dare coraggio alle sue infermiere.

Con gusto dolce-amaro lo spettacolo ritrae una società, dolorosamente reale, in cui ognuno finisce per accontentarsi di una vita di lavori precari e sicurezze economiche inadeguate e in cui anche il più ingiusto licenziamento necessita di un gesto sensazionale per risvegliare lo sdegno altrui.

Le musiche, coinvolgente selezione delle più famose arie d’opera, sono curate da Eugenio Tassitano e, insieme alle scenografie firmate da Lorenzo Zollo, arricchiscono l’intero spettacolo di intensità e atmosfera. Le scene, che nel primo atto ricostruiscono la stanza del paziente e lo spogliatoio delle infermiere nella casa di cura, colpiscono alla riapertura del sipario con una meravigliosa vista su Roma da Castel Sant’Angelo.




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