ANNO 14 n° 115
La Lega Pro punisce e l'Arezzo tace
Scene mai confermate descritte dal giudice sportivo che inibisce Luciano Camilli

VITERBO - ''Mi sta bene che va sotto la sua curva, ma non si deve provocare la tifoseria avversaria. Lui lo ha fatto e mio figlio lo ha solamente accompagnato per un braccio'': queste le parole di Piero Camilli che ha difeso il figlio Luciano dalle accuse circolate ieri.

Il giudice sportivo non si è risparmiato nei confronti del ragazzo: inibizione a svolgere ogni attività in seno alla F.I.G.C. a ricoprire cariche federali e a rappresentare la società nell'ambito federale fino al 22 maggio 2024. Più ammenda di 30mila euro. Le accuse riportate dal comunicato sono pesanti e si concentrano prima del fischio d'inizio. Quando, all'ingresso del tunnel, Luciano Camilli avrebbe compiuto l'aggressione sbandierata immediatamente sui social dalla dirigenza dell'Arezzo.

Lo stesso staff che, a fine partita, ha declinato l'invito a parlare in conferenza stampa per spiegare una situazione ambigua testimoniata solamente da post pubblicati tramite social. Perchè si sà, affidare spiegazioni a Facebook, richiede meno impegno del formulare qualche frase di fronte ai giornalisti.

La rassicurazione dell'amministratore delegato della squadra, Pieroni, che informava delle buone condizioni di salute di La Cava predicando calma e lucidità nonostante il momento (reso) drammatico, l'immediato trasporto a Belcolle e i selfie della vittima. Tanto per ribadire un concetto sbandierato, ma mai spiegato alla stampa in attesa di notizie.

Tutto questo sarebbe stato scatenato dal comportamento del presidente dell'Arezzo che, durante il riscaldamento, ha calcato il campo del Rocchi con la sciarpa amaranto per caricare il pubblico ospite. E passare con lo stesso entusiasmo davanti la tribuna dei tifosi gialloblu. Dal tunnel in poi, il buio. Solamente foto e parole rimbalzate su vari profili in attesa di attenzioni. Che sono arrivate immediatamente con il rischio di scaldare un incontro nervoso già in campo.

Dalla serata di ieri al comunicato di oggi. Che sembra descrivere una scena quasi apocalittica sulla quale si è obbligati a riporre fiducia in assenza di testimonianze. Si attende una nuova risposta da parte dell'Arezzo: via social, ovviamente. Perchè il calcio non debba sempre diventare scenario di grandi battaglie anche fuori dal rettangolo verde.




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