ANNO 14 n° 116
''La casa era gelida e lei viveva al buio''
Abbandona la madre ultranovantenne, operaio a processo

VEJANO – ''La casa era gelida, viveva al buio e da sola. Non riusciva a parlare, i suoi erano piuttosto dei lamenti. Di dolore. Di solitudine''. A raccontare in aula la drammatica situazione di una 90enne di Vejano è un’assistente sociale del Comune allertata da alcuni vicini di casa dell’anziana. ''Quando sono andata la prima volta non sono riuscita a entrare. Ho bussato più e più volte, ma nessuno è venuto ad aprirmi. Sentivo qualcuno che si lamentava all’interno. Ho dovuto chiamare i carabinieri''.

E all’interno di quell’appartamento, da sola, completamente al buio e costretta in un letto J.A. un’anziana madre. 90 anni, piccola di statura e invalida al cento per cento, abbandonata dal figlio, su cui ora pende un processo penale per abbandono di incapace.

''Quando dopo vari tentativi siamo riusciti ad entrare – racconta ancora l’assistente sociale – l’aria era stantia. Per terra e sui mobili tantissima polvere e sporco. Fortunatamente la donna era a letto e sembrava essere pulita. Ma la casa era freddissima: non c’erano termosifoni. C’era un caminetto, ma il fuoco era spento. C’era una stufetta elettrica, ma non era accesa''.

Un appartamento gelido in cui la 90enne avrebbe trascorso da sola gran parte della sua giornata, fino al rientro del figlio da lavoro in tarda serata.

''Aveva addosso una coperta termica. Era accesa fortunatamente, ma dato lo stato di invalidità della donna era come una bomba ad orologeria. Se fosse successo qualcosa nessuno avrebbe potuto aiutarla''. Né la badante che, stando a quanto riferito in aula, sarebbe andata ad aiutarla solo un paio di ore al giorno. Né il figlio, lontano da quell’appartamento per motivi di lavoro.

Ora su di lui pende l’accusa di abbandono di incapace: si tornerà in aula il prossimo 15 febbraio.




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