ANNO 14 n° 88
KiteSurf, David e la passione per le onde
Si è classificato terzo nella categoria master al campionato italiano. Ora la finale

VITERBO - Altro che correre dietro un pallone o saltare gli ostacoli. A Viterbo c'è chi, per sport, cavalca le onde in sella alla propria tavola, come fa David Perone che si è classificato terzo, nella categoria Master, al campionato italiano KiteWave che si è svolto nel mare di Ostia. Sport, forse, insolito ma parecchio adrenalinico: ''Lo pratico da più di 10 anni - racconta David - ma alla specialità 'onde' mi sono dedicato per la prima volta cinque anni fa''.

Questa disciplina, infatti, prevede tre specialità una delle quali, quella che dedicata alla velocità, entrerà a far parte delle prossime olimpiadi: ''E' quella che si presta meglio alla partecipazione perchè la gente percepisce più facilmente la competizione con la composizione del podio in base all'arrivo degli atleti. Nella mia specialità, invece, è prevista la presenza di una giuria che attribuisce un punteggio ai partecipanti a seconda dell'onda cavalcata. I criteri di valutazione sono grandezza o pericolosità: stesso metodo del surf. La differenza è che noi non usiamo ganci di alcun genere, ma ci si tiene in equilibrio a piedi nudi''.

Neanche a dirlo, la stagione ideale per adoperarsi, è quella invernale con le sue tempeste e le frequenti perturbazioni che agitano le acque. Con il traguardo di Ostia, David, si è qualificato per la finale che si terrà in Sardegna, a Capo Mannu, in un periodo compreso fra il 6 novembre e il 16 dicembre. E in una posizione molto particolare: è giudicato il luogo con le onde dal maggior coefficiente di pericolosità.

Ma la domanda è d'obbligo: come ci si avvicina a questo sport? ''La mia passione è nata grazie allo snowboard, facevo i fuori pista, mi piaceva, ma a causa del clima avevo pochissimi giorni per praticarlo. Le nevicate erano sempre meno e quindi ho trovato l'alternativa rimanendo sulla tavola, ma cambiando scenario''. Ad aiutare David anche il suo sponsor, Duotone, che lo accompagna in ogni gara che arriva dopo un allenamento mirato: ''Ci vuole molto tempo passato sull'Indoboard (una tavola poggiata su un cilindro) che aiuta a sviluppare quanto di più fondamentale in questo sport: l'equilibrio''.

Eppure capita che, oltre l'adrenalina, ci si regali anche qualche spavento: ''Si, può capitare. Due anni fa con un altro ragazzo siamo stati colti dalla tromba d'aria a Riva dei Tarquini. Nel giro di un quarto d'ora il vento ha raddoppiato la sua velocità e ci siamo scontrati. Lui si è ferito, io ho nuotato almeno un'ora per tornare sulla spiaggia. Quel vortice, poi, ha spazzato via parte del paese. Purtroppo sono pericoli che si corrono''.

Nonostante questo, la disciplina, inizia ad espandersi e ogni anno raccoglie un migliaio di iscrizioni in più. A prescindere dall'età ''lo scorso anno nella mia scuola ho allenato un uomo di 76 anni come aquilonista, che è la fase precedente al surfista'' e dal sesso ''chi ha portato questo sport alla massima onorificenza è una donna. La migliore è proprio italiana, si chiama Sofia Tomasoni. Anche perchè è una disciplina molto tecnica: sarebbe ideale per il genere femminile. Gli uomini lavorano di fisico, le donne hanno un'attenzione maggiore, inutile negarlo''.

La passione spingerà David fino alla Sardegna per alimentare la bacheca dei trofei.




Facebook Twitter Rss