ANNO 14 n° 88
''Io assenteista? Se lavoravo il doppio''
Parola all'ex comandante della polizia locale di Soriano, a processo per truffa

SORIANO NEL CIMINO - ''Potevo entrare ed uscire dal comando liberamente. Senza chiedere il permesso a nessuno. Nessun orario fisso da seguire, ma massima flessibilità per adempiere a tutti i miei impegni istituzionali.''. Perché di questo si trattava. Semplici e puri impegni istituzionali che lo avrebbero portato fuori dal suo ufficio e dal comando per alcune ore. Eppure, Enrico D.G., l'ex comandante della polizia locale di Soriano, per quel presunto assenteismo ora è a processo. Su di lui le accuse di truffa e di falso ideologico, parte civile il comune di Soriano.

''Non sono mai tornato a casa a pranzo, mia moglie può dirlo. Non ho mai mancato un impegno, ho sempre cercato di essere presente e utile: delle 36 ore settimanali di lavoro previste dal contratto che regola l'attività di un istruttore direttivo di vigilanza, quale sono, sono arrivato a svolgerne 50 o 55. Non voglio una medaglia per questo, ma che almeno non mi si dica che sono un furbetto del cartellino. Io assenteista? Lavoravo il doppio''. È agguerrito e pronto a chiarire la sua posizione l'ex comandante della polizia locale e Soriano, a cavallo tra il 2009 e il 2010. In aula, carte alla mano, smonta una ad una le accuse che gli vengono mosse.

A dicembre a Roma? 'Ero al tribunale dei minori per accompagnare una signora non vedente.''.

A gennaio a Terni? ''Ho partecipato ad un corso di formazione per dipendenti pubblici: il nostro ruolo prevede anche questo. Ho una certificazione che attesta la mia presenza''.

Qualche giorno dopo a Viterbo? 'Ero dal giudice di pace, per un'udienza o semplicemente per presentarmi. Ero arrivato a novembre, venivo da Napoli. Non conoscevo nessuno.''.

''Non mi sono mai sottratto ai miei doveri - ha proseguito l'ex comandante - ho anche lavorato di notte o negli orari più disparati. Tutto per fronteggiare e rispondere alle necessità dei miei concittadini. È inaccettabile che mi si getti fango addosso in questa maniera''.

Le indagini a suo carico scattarono nel maggio del 2010 a seguito di alcune note e segnalazioni dei colleghi. Di uno, in particolare.

''Con il tenente P. non ho mai avuto un bel rapporto. Pensava che, al momento del mio arrivo, lo avessi demansionato o lo stessi umiliando affidandogli incarichi che non riteneva all'altezza - ha spiegato - ecco perché fece una nota negativa a mio carico accusandomi di andare in giro e allontanarmi dal posto di lavoro durante l'orario di servizio. Ma forse non gli è chiaro che ogni mia uscita era un'uscita istituzionale.''.

Scaramucce interne al comando, quindi, che avrebbero fatto nascere invidie e fatto scattare vendette. Oggi finite in tribunale.

Si tornerà in aula il prossimo aprile.




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