ANNO 14 n° 88
Inchiesta Vox populi,
iniziato oggi il processo
Funzionari pubblici e imprenditori
a processo per turbativa d'asta

VITERBO - Prima udienza questa mattina, al tribunale di Viterbo, per l'inchiesta Vox Populi. Alla sbarra, con l'accusa di turbativa d'asta, Fabrizio Galli, Marco Bonamici, Vincenzo Palumbo e Ferrero Friggi, dipendenti del comune di Acquapendente e titolari di imprese di costruzioni, legati, secondo l'ipotesi della procura, da 'accordi criminosi per la spartizione dei principali appalti nel comune dell'alta Tuscia'. Ed è proprio il comune di Acquapendente la prima grande parte civile costituita nel processo. Accanto a lui, due delle maggiori aziende aquesiane, la Gioacchini Sante sas e la Gmg Costruzioni s.r.l., vittime danneggiate di questa 'rete criminosa'. 

Secondo i loro rappresentanti in aula, gli avvocati Fabrizio Rizzello e Angelo di Silvio, 'non essendo state invitante ad alcuna procedura negoziata, avrebbero subito danni di non poco conto'. La prima, la Gioacchini Sante sas, ad esempio, non partecipando alla gara d'appalto per la ristrutturazione della scuola elementare Sant'Agostino, dal valore di 790 mila euro, avrebbe messo a repentaglio la sua stessa esistenza: personale dimezzato a causa della mancanza di lavoro. Dei 50 operai dipendenti ne sarebbero rimasti 25.

Così come la Gmg Costruzioni s.r.l. che fa capo a Mauro Gioacchini. Impresa storica del territorio di Acquapendente, al di fuori di ogni 'rete criminosa', presumibilmente gestita dagli odierni imputati.

Una prima udienza ricca di eccezioni  e questioni preliminari, tanto da dover essere spaccata in due. Dopo l'ammissione delle parti civili, un rinvio al prossimo aprile per discutere sul tipo di giudizio e sulle intercettazioni.

E nel frattempo i quattro indagati per turbativa d'asta, rivelazione di atti d'ufficio e corruzione rimarranno ai domiciliari: a loro si aggiunge anche Giorgio Maggi, il funzionario regionale, che risponde solamente di quest'ultimo capo d'imputazione. Non si ferma, infatti, la dura battaglia tra accusa e difesa sulle misure cautelari degli imputati: da una parte, dei legali, arrivati fino in Appello, che chiedono la revoca degli arresti domiciliari, dall'altra una procura ferma sulle sue decisioni. Il tribunale scioglierà la riserva nel corso della prossima udienza. Fissata per il 12 aprile 2017. 

Per loro le manette scattarono all'alba del 17 ottobre, dopo lunghe indagini condotte dal Nipaf del corpo forestale. Due giorni dopo gli interrogatori di garanzie, in cui quattro dei cinque imputati si avvalsero della facoltà di non rispondere. Tranne Vincenzo Palumbo, che, accompagnati dal suo avvocato Claudia Polacchi, decise di sottoporsi al lungo interrogatorio del giudice per le indagini preliminari, Stefano Pepe.




Facebook Twitter Rss