ANNO 14 n° 88
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''In un anno spruzzate quasi
500 tonnellate di diserbante''
I dati relativi al Lazio e al Viterbese illustrati dal professor Giuseppe Scapigliati (Unitus): ''Fermiamoci ora o sarą troppo tardi''

MONTEFIASCONE - (sim.lup.) - In un anno spruzzate quasi 500 tonnellate di diserbanti nei campi del Lazio e della Tuscia. ''Sostanze - ha spiegato ieri nel corso di un convegno a Montefiascone il professor Giuseppe Scapigliati – che insieme ai fitofarmaci sono le peggiori invenzioni della specie umana, molto peggio delle armi atomiche, il cui effetto, dopo l’esplosione, svanisce nel tempo. Diserbanti e fitofarmaci invece sono più stabili delle stesse rocce. Le tonnellate di queste sostanze, che a milioni produciamo ogni anno, resteranno tutte nell’ambiente, non se ne andranno mai. O si decide di abolire i veleni ora, o non sarà mai piu possibile'''.

A organizzare l’incontro è stata l’Amministrazione comunale falisca, impegnata in prima fila per una agricoltura che sia ecosostenibile. Da alcuni mesi a Montefiascone è in vigore un’ordinanza che vieta, tra l’altro, l’uso del glifosato, il potente erbicida classificato nel 2015 come ''probabile cancerogeno per l’uomo'' dalla Iarc (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro) e, in tempi più recenti, oggetto di sentenze che in America hanno visto condannare la multinazionale che lo produce a risarcimenti milionari perché, ad esempio, non avrebbe fornito adeguate informazioni sui rischi a cui si espone chi lo utilizza. E’ il caso di un giardiniere a cui è stato diagnosticato un linfoma non-Hodgkin.

''Salviamo il lago di Bolsena e tutto il nostro territorio dai pericoli dei fitofarmaci, erbicidi e pesticidi'': questo il titolo del convegno che si è svolto alla sala riunioni della Rocca dei Papi e a cui hanno partecipato docenti, associazioni, amministratori (in sala il sindaco di Grotte di Castro Piero Camilli, il vice sindaco di Bolsena Andrea di Sorte, i consiglieri comunali di Montefiascone Rosita Cicoria e Augusto Bracoloni). A fare gli onori di casa l’assessore all’Ambiente Rita Chiatti.

Tra gli esperti, come detto, anche Scapigliati. Docente al Dibaf dell’Università della Tuscia (il Dipartimento per la Innovazione nei sistemi biologici, agroalimentari e forestali), è impegnato in diversi progetti anche internazionali riguardanti le biotecnologie marine. ''La zona del lago di Bolsena – ha detto – è un ambiente unico dal punto di vista geologico e ambientale. Va preservato non solo perché bello, ma per la sopravvivenza stessa dei nostri figli. L’acqua del lago viene bevuta e se nell’acqua ci sono veleni, allora non bisogna essere dei grandi scienziati per capire cosa succede. O ci si muove ora, o il lago è una risorsa morta. O si decide ora di abolire i veleni ora, o non sarà mai piu possibile''.

Scapigliati si è scagliato contro l’agroindustria - ''una agricoltura distruttiva dell’ambiente'' - e ha spiegato: ''Il suolo è un corpo vivo. In una manciata di terreno (circa 200 grammi) si possono trovare 0,5 grammi di organismi viventi, la maggior parte dei quali invisibili a occhio nudo. In un ettaro, 5 tonnellate di organismi viventi: insetti, ragni, lombrichi, molluschi, radici, batteri, funghi''.

E poi ha aggiunto: ''Nel Lazio e nella Tuscia nel 2016 sono stati utilizzati 449.162 chili di diserbo. Senza contare quelli che diserbano di frodo. Queste sostanze oggi si possono comprare anche su Internet. Fitofarmaci e diserbanti, è dimostrato, provocano patologie alla nascita, malattie encefalitiche e di tipo metabolico. Non è più giustificabile che per il profitto del singolo si debba avvelenare l’ambiente di tutti''.




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