ANNO 14 n° 115
Imposta di soggiorno aumentata,
la minoranza stigmatizza il metodo
Le forze di opposizione chiedono lumi sulle sorti dell’assessora Mancini

di Annamaria Lupi

VITERBO - ''Ma l’assessore Alessia Mancini è stata commissariata?''. È la domanda provocatoria su cui si è scatenata la bagarre tra il consigliere dell’opposizione Giacomo Barelli di Viva Viterbo e l’assessore Paolo Barbieri (Fondazione) durante il dibattito in merito all’aumento dell’imposta di soggiorno. Stigmatizzata dai gruppi di opposizione, ma anche dal consigliere forzista Fabrizio Purchiaroni, l’aver licenziato l’incremento con delibera di giunta alle ore 12.30 del 31 dicembre 2018 senza aver fatto cenno a tale intenzione durante l’ultimo consiglio svoltosi il 27 dicembre.

La minoranza chiede chiarimenti sulla sorte della Mancini (oggi assente ndr.), la quale pur avendo proposto la delibera non era poi presente alla riunione di giunta per l’approvazione e su cui il gruppo di Fondazione (di cui la Mancini è espressione) ha manifestato delle riserve.

Giacomo Barelli, pur dichiarandosi favorevole all’aumento, solleva la questione dal punto di vista politico ossia ''la mancanza di rispetto delle regole avendo bypassato il consiglio''.

Secca la replica del sindaco. ''Negli ultimi 5 anni gli adeguamenti delle tariffe non sono stati decisi in consiglio. Io sono uomo del fare, non mi appassionano i sigma, gli articoli e i sottoarticoli. Io mi devo occupare dei problemi della gente e della città e qui in aula ci sono i lavoratori della piscina Larus che attendono risposte. Per i regolamenti mi affido ai dirigenti''.




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