ANNO 14 n° 88
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''Il termalismo sociale non si deve cancellare''
L’iniziativa delle associazioni di fronte al tribunale di Viterbo

VITERBO - ''Il termalismo sociale non si deve cancellare''. Uno slogan scritto con enormi lettere nere su un lenzuolo bianco che racchiude alla perfezione lo spirito della manifestazione organizzata fuori dal tribunale in difesa delle Masse di San Sisto.

Scalinate del palazzo di giustizia gremite, presenti gli esponenti dell’associazione Le Masse e molti degli utenti del centro termale sulla Cassia Sud.

''Uniti per il termalismo libero'' e ancora ''Salviamo le masse''. In vista dell’udienza del prossimo 6 giugno in cui si discuterà dell’ordinanza che dà attuazione al provvedimento che di fatto impedisce di utilizzare le acque termali e fare attività sul sito da parte della società Antiche Terme e dell’associazione che fino ad ora le hanno gestite, la popolazione non pare volersi dare per vinta.

A far scattare la mobilitazione di questa mattina, a cui annunciano ''Faranno seguito altre iniziative'', l’ordinanza del tribunale di Viterbo dello scorso 21 gennaio, in cui si assegna l’uso dell’acqua termale del pozzo San Sisto alla Free Time srl, per il nuovo impianto in costruzione al Paliano. L’ordinanza del giudice prevede inoltre libero accesso, l’interdizione di ogni tipo di gestione, coltivazione, emungimento e captazione dell’acqua termale e la cessazione di ogni attività correlata da parte di qualsiasi altra realtà.

Free Time dentro (per il nuovo sito al Paliano), associazione Le Masse fuori, sembrerebbe. Così la reazione della città.

Striscioni, slogan e proteste silenziose di fronte al piazzale del tribunale in via Falcone e Borsellino per vincere quel braccio di ferro giocato, fino a questo momento, a colpi di sentenze, ordinanze e ricorsi.

Infine un interrogativo: ''Chiudere le Masse di San Sisto: a chi fa comodo?''.




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