ANNO 14 n° 110
Il Teatro Unione riscalda i cuori grazie a Fragile
Un debutto da tutto esaurito, il ministro Fedeli: ''Questo spettacolo deve andare in tutte le scuole''

VITERBO - La magia di un fiammifero lungo che si accende nel buio, quella di un brano ''a bocca chiusa'' realizzato da ragazzi sordi e un ballo che sarà difficile dimenticare: quello di un figlio che chiede al padre di esserci. Poi tanto altro, un intreccio di mondi.

'Fragile – Maneggiare col cuore', ovvero le montagne russe del sentimento. Ieri al Teatro Unione il debutto. Con tanto di presenza del ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli che sul finale sale sul palco e saluta così: ''Avete dimostrato che con musica, video e creatività siete in grado di comunicare messaggi importantissimi. Avete messo insieme le vostre diversità, interpretando in modo straordinario l'articolo 3 della nostra Costituzione, che indica lo Stato come strumento di superamento delle discriminazioni. Questo spettacolo va visto in tutte le scuole''.

Protagonisti i ragazzi delle scuole viterbesi che, in questi mesi, si sono preparati al meglio per stupire. Obiettivo centrato, a giudicare dai due sold out registrati (quello dello spettacolo delle 17 e poi delle 21), ma soprattutto dagli applausi a scena aperta. Ogni volta che il palco è riuscito ad accendere qualcosa dentro il pubblico. Immenso l'applauso finale, dove i presenti hanno voluto restituire quanto preso durante la messa in scena.

Un musical reso possibile dall'impegno ma anche dal sostegno della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento Pari Opportunità. Un lavoro corale contro le violenze e le discriminazioni: omofobia, bullismo, violenze di genere, sugli immigrati. Presenti in sala le principali istituzioni cittadine e i rappresentanti politici del territorio. Sul palco, oltre al ministro Fedeli, sono saliti il parlamentare Giuseppe Fioroni, il sindaco Leonardo Michelini, il suo vice Luisa Ciambella e l'assessore alla Cultura Antonio Delli Iaconi.

All'interno dello spettacolo anche la principessa etrusca Ati, utilizzata per affrontare il delicato tema della parità di genere uomo/donna. Presso la civiltà etrusca infatti le donne erano tenute in grande considerazione e godevano di tutte le libertà. Dal mondo classico lo spunto anche per affrontare il tema dell'omofobia, attraverso un monologo davvero brillante che chiude parlando di Achille e Patroclo.

Lo spettacolo è parte integrante di un progetto della Presidenza del consiglio dei Ministri – Dipartimento delle Parì Opportunità presentato dall’IC Vanni di Viterbo, con l’IC Carmine di Viterbo e l’IIS Cardarelli di Tarquinia, insieme con il Comune di Viterbo, il Distretto turistico dell’Etruria Meridionale, l’associazione Juppiter, la Fondazione Exodus, Vip clown di corsia – Viterbo, Mille giovani per la pace e la cooperativa gli Aquiloni.




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