ANNO 14 n° 114
''Gli chiedo scusa. Per me è come un figlio''
In lacrime in aula la 47enne arrestata a luglio a Bagnaia

BAGNAIA – ''Chiedo scusa a lui, a mia figlia e a tutta la mia famiglia. Il carcere mi ha insegnato tanto e io ho imparato a riconoscere i miei errori e ad amare con il cuore le persone che mi stanno mancando''.

Ines Altagracia M. è in lacrime davanti al collegio. Accanto a lei il suo legale, l’avvocato Luigi Mancini. Tutto intorno, gli agenti della polizia penitenziaria: la 47enne è in carcere dallo scorso 31 luglio, quando a seguito di un furiosa lite nelle case popolari di Bagnaia, accoltellò il genero, puntando dritto al cuore.

Fortunatamente per il giovane, di origine domenicana come la suocera, nessuna gravissima conseguenza: l’istinto di protezione gli fece alzare il braccio, coprendo il petto. Se la cavò con qualche punto di sutura e qualche giorno di ospedale.

Ieri, in aula, la prima udienza di ammissione prove e le spontanee dichiarazioni della donna, imputata per tentato omicidio: ''Io non lo so cosa mi sia successo quel giorno, a casa. Ero accecata dalla rabbia. Ma subito dopo il gesto, ho capito di aver sbagliato e la gravità di quanto accaduto – spiega tra i singhiozzi – per me, mio genero è un amico. Un fratello. Un altro figlio. Non mi sognerei mai di fargli del male. Sono stata accanto a lui al pronto soccorso. Gli chiedo scusa''.

E sarà proprio lui, parte offesa del processo, ad essere ascoltato come primo testimone alla prossima udienza fissata per il 20 marzo.

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