ANNO 14 n° 107
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Furto di ostie a Vignanello. ''Opera dei satanisti''
Il parroco: ''Vengono usate nelle messe nere''. Indagano i carabinieri

VIGNANELLO - ‘‘Hanno portato via il Signore”. Inizia così il post su Facebook con cui il parroco di Vignanello, don Roberto Baglioni, denuncia il furto di ostie consacrate avvenuto nella chiesa di San Sebastiano. I fatti si sarebbero consumati nella notte tra sabato e domenica, a poche ore dal termine della festa dell’Esaltazione della Croce. Secondo il sacerdote dietro l'episodio ci celerebbe l'operato di circoli satanisti, che delle ostie si servirebbero durante l'organizzazione di messe nere. Sul caso adesso indagano i carabinieri.

''Gravissimo atto sacrilego – scrive don Roberto -. Da mio sopralluogo, presenti i carabinieri e diversi collaboratori, è purtroppo evidente l'intento profanatorio: una volta sfondata la porta di ingresso, sono andati dritti al tabernacolo, scardinando e staccando di netto lo sportello, per sottrarre una pisside piena di Ostie, la teca contenente anche l'Ostia magna utilizzata per l'Adorazione (e relativa ‘lunetta’). E si sono ben guardati dal disperdere qualche particola - trovandone alcune in terra avremmo potuto pensare a qualche disperato in cerca di oggetti sacri da rivendere! Tutte sottratte e portate chissà dove, per finalità che possiamo benissimo immaginare, e riconducibili direttamente o indirettamente a circoli satanisti: loro ‘ci credono’ alla presenza di Cristo, in corpo, anima e divinità... ma per dileggiarla nelle messe nere’!?

Il parroco fornisce ulteriori elementi a favore della propria tesi: ''Ad avvalorare la ricostruzione, carissimi, vi è la scoperta che gli altri oggetti mancanti hanno il solo valore - oltre a quello commerciale - di servire tutti per la celebrazione e l'adorazione eucaristica: due ostensori di ottone laccato, un'altra pisside vuota... un camice bianco, una casula verde, carboncini per bruciare l'incenso...! Non basta: se avessero puntato semplicemente a racimolare oggetti da ricettare a scopo di lucro, avrebbero potuto prendere il calice (forse lo hanno 'confuso' con la seconda pisside mancante) o i moduli dell'amplificazione. Siamo rimasti tutti sconvolti, abbiamo pianto e pregato''.

Dei fatti è già stato informato il vescovo, il quale ''ha disposto che non si conservi più la riserva eucaristica in san Sebastiano, fissando fra circa un mese una Santa Messa di riparazione, della quale vi informerò, in quanto concomitante con una bella circostanza in via di preparazione''.

''Vigiliamo sulle nostre chiese – conclude don Roberto - vigiliamo sui nostri giovani, accostiamoci noi per primi alla fede, una fede più matura, di reale intimità con il Signore, con quel Corpo che qualcuno profana sottraendo ostie, e molti cristiani ‘profanano’ non vivendo nella vera relazione con tutti i membri del Corpo-Chiesa e con la docilità ai suoi pastori''.

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