ANNO 14 n° 107
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Furbetti del cartellino, sospesi tre medici
e un assistente sociale
Fuori da ogni struttura pubblica per 10 mesi, indagini alla Cittadella della Salute

VITERBO – Alle terme invece di essere al lavoro. Sospesi 3 medici e un assistente sociale in servizio presso il dipartimento di salute mentale della Asl di Viterbo. Un'operazione che pare riguardi circa 25 altri dipendenti dell'azienda sanitaria.

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Nella giornata dell'11 ottobre 2018, i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Viterbo, su disposizioni della Procura di Viterbo, hanno deto esecuzione dell'ordinanza applicativa della ''misura cautelare interdittiva della sospensione dall'esercizio di attività sanitarie al servizio di strutture sanitarie pubbliche'', emessa dal Gip del tribunale di Viterbo nei confronti di quattro operatori sanitari (medici ed assistente sociale), in servizio presso il dipartimento salute mentale dell'azienda sanitaria di Viterbo. Gli indagati devono rispondere, a vario titolo, dei delitti di cui agli artt. 640 n.1, 69 n.9 del codice penale e art. 55 del D.lgs. 30 marzo 2011 n.165 (truffa aggravata e falsa attestazione in servizio).

Il provvedimento cautelare – che segue di pochi giorni un altro analogo, adottato sulla base delle risultanze investigative dl nucleo Cc antisofisticazioni e sanitari Viterbo – scaturisce dalle indagini avviate nel dicembre 2017 dal citato nucleo investigativo e dirette dalla procura viterbese.

All’epoca l’attenzione degli investigatori venne attirata da un dipendente dell’Asl, in servizio presso il Dipartimento Salute Mentale di Viterbo che, quotidianamente, dopo aver timbrato il proprio badge, attestando falsamente di essere in servizio, si allontanava dalle sede di lavoro espletando esclusivamente incombenze di carattere personale, come quella di recarsi, nella maggior parte delle volte, presso le terme di acuqa sulfurea.

Gli accertamenti – sviluppatisi con un persistente monitoraggio e di stretta collaborazione con la direzione strategia dell’Asl – venivano estesi su numerosi altri dipendenti del Dipartimento Salute Mentale. Da tale attività emergeva, in maniera chiara, che alcuni medici, anche con responsabilità di struttura complessa o semplice, ed altri operatori sanitari, si allontanavano arbitrariamente dalla sede di servizio per attendere ad impegni di carattere personale.

Il Gip di Viterbo, quindi, valutato il quadro indiziario tracciato a carico degli indagati ha emesso la misura interdittiva in questione, pur escludendo in capo ad uno degli indagati, responsabile di una struttura complessa, il delitto di truffa aggravata (in quanto non tenuto ad osservare un orario di lavoro), ritenendo sussistere solo quello della falsa attestazione in servizio.

L’indagine ha riguardato altri operatori sanitari, iscritti nel registro degli indagati, sul conto dei quali sono in corso ulteriori accertamenti.

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