ANNO 14 n° 109
Punk forever, Ritorno a Decoder, ritorno agli anni '90
>>>>>di Massimiliano Capo<<<<<

di Massimiliano Capo

''Ehi, bimba' disse il piccolo grande uomo sul divano. 'E' una gran fortuna che tu sia una cercatrice di pathos e non una spacciatrice di nevrosi. C'è un sacco di spacciatori di nevrosi in questa città''.

Back to the 90’s.

Ritorno a Decoder, ritorno agli anni 90. Gli anni seminali per la rete italiana.

E Decoder ne ha raccontato l’inizio come nessun altro. Si trova in rete, in gran parte.

Potete farci un giro qui: http://www.decoder.it/archivio/shake/decoder/index.htm.

E trovarci racconti, storie e visioni che sono ancora attualissimi.

Come questo articolino sulla necessità di mettere un freno alla libertà del web, argomento che non passa mai di moda. Guardate come se ne parlava nel 1995 qui: http://www.decoder.it/archivio/shake/decoder/redaz9.htm.

Quante assonanze con l’oggi e sono passati quasi venti anni.

E per chi vuole conoscere le storie di internet prima di Facebook, questa è una di quelle possibili: http://www.decoder.it/archivio/shake/decoder/144.htm. Sembra preistoria ed è solo una storia, invece.

E visto che siamo in territorio punk ecco una company che ha fatto cose meravigliose. Potete leggerne qui: http://www.decoder.it/archivio/shake/decoder/mutoid.htm.

La giusta colonna sonora è questa:http://www.youtube.com/watch?v=qiCEGXGm-z0.

E per leggere della scena dance del periodo ecco una bella intervista (con qualche refuso): http://www.decoder.it/archivio/shake/decoder/grey.htm.

Lorenza Fruci è nata lo stesso giorno di Betty Page e ha deciso, per misteriose consonanze cosmiche, di raccontarne la storia in una densa e documentata biografia uscita nei giorni scorsi da Giulio Perrone Editore. Betty Page è la prima delle pin up, ancora inarrivata. Con una storia drammatica fatta di una infanzia poverissima e violenta, di un riscatto prima scolastico e poi per la fama acquisita e unfinale di partita segnato da un delirio semi-mistico e senza redenzione.

Una donna (un’immagine di donna) senza compromessi, in grado di usare consapevolmente il proprio corpo e che dice di sé: ‘’non ho mai provato ad essere qualcosa. Sono stata solo me stessa’’. Essere se stessi non è male come programma di vita. E visto che qui abbiamo la pretesa di suggerire frammenti per raccontare quello che sta cambiando intorno a noi, proprio all’identità, mutante, pensiamo con maggiore attenzione che al resto.

Il libro ha 12 anni ma è ancora la migliore introduzione a Deleuze che circoli in Italia. Almeno per me. Si intitola ‘’Gilles Deleuzepopfilosofo’’ e racconta con schede sintetiche le parole chiave del pensatore francese che ha anticipato molto se non tutto della rete in cui siamo immersi oggi e in un tempo in cui i computer erano appannaggio solo dei centri di calcolo. Come essere visionari con la forza del pensiero. Chi vuole cominciare a leggerlo, magari cercandolo in rete, parta da pagina 54 dell’edizione cartacea: il capitoletto sul Rizoma e da lì via col seguito: ‘’c’è il meglio e il peggio nel rizoma: la patata e la gramigna, l’erbaccia.’’ E il rizoma è la metafora che meglio racconta la rete e il sapere dei nostri anni.

Pier Vittorio Tondelli ha scritto cose molto belle a cominciare da Altri Libertini, ora in edizione economica Feltrinelli, un canto dolcemente tragico alla fine degli anni settanta. La cosa più bella però sono i suoi saggi raccolti in ‘’Un week-end postmoderno’’, un racconto degli anni ottanta come pochi ricordano: tra musica pittura scrittura e vita. Quando, seppur per poco, tra Bologna e Firenze più che altrove, si sono concentrate le energie migliori e più innovative (spesso morte troppo presto) che hanno messo in connessione il nostro paese con i flussi creativi del mondo.

Tra queste energie Andrea Pazienza che insieme a Tondelli merita qualche riga in più ma lo spazio è tiranno e allora, insieme al barbuto Kevin Kelly, presenza fantasmatica di questa rubrica ormai da due settimane, lo rimandiamo alla prossima.

Colonna sonora: http://www.youtube.com/watch?v=jeEobpQMgD4meglio se scorrendo le tavole delle ‘’Straordinarie avventure di Pentothal’’ del Pazienza di cui sopra.

Un bel modo per superare la sindrome del lunedì mattina e le sue storie mediamente pese.



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