ANNO 14 n° 88
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Ferazzoli: Che orgoglio essere a Viterbo
Il tecnico si presenta: in valigia porta il 4-2-3-1 variabile a seconda degli uomini

di Domenico Savino

VITERBO – Il piglio è quello sicuro. Quello di uno che sa quello che vuole. Cosciente della missione per cui è stato chiamato. Fabrizio Ferazzoli dirige il primo allenamento da tecnico della Viterbese ed è prodigo di consigli. La prima seduta è quella per conoscere il gruppo: in realtà ha avuto modo di vedere la squadra, domenica scorsa era al Rocchi. Ha capito dove c’è da intervenire: sa di avere una squadra forte che deve puntare al bersaglio grosso. Punta sul carattere e l’orgoglio di un gruppo che può fornire prestazioni migliori.

Ma soprattutto l’orgoglio è il suo: ha volutamente deciso di aspettare una chiamata importante dopo l’esperienza di San Cesareo (il trionfo nell’Eccellenza laziale e due secondi posti in altrettanti in serie D). Chiede unione d’intenti all’ambiente, è conscio delle pressioni ma in fondo le ha anche cercate. Predilige un calcio d’attacco, ma sa adattarsi agli uomini a disposizione.

Quando prende la parola ha finito da poco di dirigere il suo primo allenamento: ''Sono orgoglioso di arrivare in una piazza importane che ha visto il calcio fatto ad alti livelli – esordisce Ferazzoli -. So che ci sono tante aspettative ma Viterbo è una piazza che ho cercato. Nel girone G è la più importante. Aspettavo l’occasione per fare il salto di qualità dal punto di vista personale''. Poi va subito al cuore del problema. La Viterbese ha difettato molto nell’approccio alla partita: ''A mio avviso la Viterbese è un’ottima squadra – spiega -. In questo campionato l’aspetto caratteriale è molto importante e va alimentato di volta in volta. Dobbiamo capire che ogni volta incontreremo squadre che contro di noi faranno la gara della vita. E da parte nostra dobbiamo metterci un pizzico di cattiveria in più: solo così potremo fare risultato. Poi potremo far leva sulla qualità che è tanta. Ma se pecchiamo di cattiveria allora tutto diventerà più pubblicato. Intendo il calcio come senso di responsabilità, organizzazione e sacrificio. Con me gioca chi è più in forma: soprattutto adesso non posso concedere nulla a nessuno''.

In valigia porta il 4-2-3-1 che è il modulo di riferimento: ''E’ vero – ammette – ma un allenatore deve essere molto attento a sfruttare il materiale umano a disposizione. Di volta in volta cercherò di tirare fuori il massimo dal gruppo. Ciò che dovrà contraddistinguerci sarà la mentalità: rispetto per tutti ma indossare la maglia della Viterbese deve essere un vanto''.

E allora cosa serve per vincere?: ''Unione d’intenti da parte di tutte le componenti: squadra, società, tifoseria e anche stampa. A Viterbo c’è l’ambiente giusto per vincere. C’è un presidente competente che sa fare calcio e ringrazio la famiglia Camilli per questa opportunità''. Le ultime battute le riserva a Gregori: ''E’ un ragazzo serio e ha lasciato la Viterbese in una buona posizione di classifica'' e al prossimo avversario, il Genzano: ''E’ un campo storicamente difficile, se avremo la capacità di soffrire potremo portare via punti che in ottica campionato saranno pesantissimi''.



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