ANNO 14 n° 89
'Facebook censura i valori omosessuali'
La rabbia di Sgarbi per la mancata pubblicazione di un nudo in mostra a Sutri

Riceviamo e pubblichiamo dall'ufficio stampa di Vittorio Sgarbi

SUTRI - Ancora una volta Facebook non riesce a distinguere tra arte e pornografia e censura una mostra di Vittorio Sgarbi. Stamane il noto social network si è rifiutato di pubblicare la foto di una inserzione pubblicitaria di Wilhelm von Gloeden (Wismar, 16 settembre 1856 – Taormina, 16 febbraio 1931) in mostra al palazzo Doebbing di Sutri, la cittadina di cui lo storico e critico d’arte è sindaco dallo scorso giugno.

In una delle sale di palazzo Doebbing, inaugurato la scorsa settimana, Sgarbi ha fatto esporre le foto di nudi di Wilhelm Von Gloeden “in dialogo” con altri nudi dell’artista contemporaneo Roberto Ferri: una sequela di membri maschili “immortalati” dal fotografo tedesco celebre soprattutto per i suoi studi di nudo maschile di ragazzi siciliani in ambiente pastorale ritratti assieme ad anfore o costumi ispirati all’antica Grecia.

Non è la prima volta che Facebook censura Vittorio Sgarbi.

Il precedente più clamoroso è stato un “selfie” al museo d’Orsay davanti a “L’origine du monde” di Gustave Courbet. Poi è stata la volta della mostra “Seduzione e potere. La donna nell’arte” a Gualdo Tadino con opere d’arte (anche lì dei nudi) sulla bellezza femminile tra Cinquecento e Settecento, con opere di Simone Peterzano, Francesco Cairo, Guido Cagnacci, Mattia Preti, Luca Giordano, Lorenzo De Caro).

Ed infine, nel giugno di quest’anno, un nudo dell’artista Luciano Ventrone esposto nella mostra “Meraviglia ed estasi”, sempre a Gualdo Tadino.

“La censura delle fotografie di Von Gloeden è tanto più grave oggi perché non è ai corpi nudi di ragazzi proiettati nel mito, ma rappresenta una più grande e subdola censura ai valori del mondo omosessuale, del mondo gay che si identifica in Von Gloeden – dichiara Sgarbi -. Nessuno si sognerebbe di censurare le “Tre Grazie” di Canova ma evidentemente tre ragazzi nudi fanno scattare una reazione omofoba, che il cuore e l’intelligenza morta di Facebook registrano con evidente e intollerabile discriminazione”.




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