ANNO 14 n° 116
Fa finire il marito a processo, poi ammette ''Mi sono inventata tutto''
La donna lo ha ''salvato'' da una condanna per l'incendio di un capannone, ma ora sarą lei alla sbarra per calunnia

VEJANO – (b.b.) ''L’ho visto scendere dalla macchina con un accendino in mano e una tanica. Prendere poi delle sterpaglie e andare a piedi verso il capannone. Qualche minuto dopo è tornato dicendo di aver fatto tutto, di avergliela fatta pagare. Finalmente. Ora dopo essere stato ingiustamente licenziato, avrebbe avuto la sua vendetta''.

È il settembre del 2014 quando la giovane B.C., ai carabinieri di Vejano racconta di aver visto il marito appiccare un incendio in un capannone di proprietà di alcuni pastori sardi. Ma a distanza di quasi cinque anni di quella versione non esiste più niente. Se non una sua completa ritrattazione.

La donna è arrivata in aula, ieri mattina di fronte al giudice Giacomo Autizi, certa di voler finalmente dire la verità e ''salvare'' il marito dall’accusa di danneggiamento a seguito di incendio con la quale lei stessa lo avrebbe fatto finire a processo.

''Signor giudice mi scuso, ma devo dire una cosa – ha esordito la donna, classe 1991 – quello che ho riferito ai carabinieri sono solo bugie. Ero arrabbiata con lui perché mi aveva lasciato, non voleva più stare con me e, completamente fuori di me, l’ho accusato di aver appiccato l’incendio. Ma non c’è nulla di vero in quel verbale''.

Una deposizione che cancella ogni traccia delle accuse mosse quasi cinque anni fa e che fa guadagnare a S.T. un’assoluzione per non aver commesso il fatto, dal momento che nessun altro, oltre la donna, lo avrebbe visto compiere il vile gesto nella notte tra il 13 e il 14 settembre del 2014.

Ma per uno di famiglia che si salva, un altro finisce nei guai. La donna infatti, dopo aver dichiarato il falso ai carabinieri e aver stravolto completamente la realtà dei fatti, dovrà rispondere di calunnia ai danni del marito e padre dei suoi due figli.

Gli atti del processo sono stati mandati in Procura: da testimone ora la donna finirà sul banco degli imputati. Dall’altra parte della sbarra, il marito, sua parte offesa.




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