ANNO 14 n° 111
Ermanno Fieno non parla
Davanti al pm di Imperia si avvale della facoltà di non rispondere. Il 44enne, fermato venerdì a Ventimiglia, è l'unico sospettato per l'omicidio dei genitori

VITERBO – Si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ermanno Fieno, davanti al pubblico ministero di Imperia e ai suoi difensori, gli avvocati Samuele De Santis ed Enrico Valentini, ha deciso di non parlare. Di non raccontare la sua verità. Ha preferito rimanere in silenzio, dopo una caccia all’uomo durata tre giorni.

Il 44enne, figlio di Gianfranco Fieno e Rosa Franceschini, aveva fatto perdere ogni traccia di sè da mercoledì sera, quando all’interno del suo appartamento in via santa Lucia, sono stati trovati cadavere i due genitori.

Distesi sul letto, avvolti macabramente nel cellophane: secondo le prime ipotesi investigative, il padre sarebbe morto per cause naturali, mentre la madre sarebbe stata uccisa con un forte colpo alla testa, inferto con uno spiedo di ferro. Dietro l’omicidio, si ipotizza, il movente economico. Ermanno avrebbe voluto nascondere la morte del padre, continuando a percepirne la pensione, ma la madre probabilmente non sarebbe stata d’accordo. E così l’aggressione e l’uccisione.

La dinamica dei fatti resta, però, ancora tutta da chiarire. E durante l’interrogatorio di garanzia di questa mattina, nel carcere di Imperia, il 44enne ha deciso di non rispondere alle domande di pm e difensori.

Convalidato il fermo, resterà ancora nella casa circondariale di Imperia: Ermanno Fieno non potrà rimanere in stato di libertà, dato il concreto pericolo di fuga. Dopo quella di mercoledì scorso. Quando, alla vista delle volanti della polizia allertate dai fratelli, ha cominciato a scappare. A piedi e con il treno.

Sarebbe voluto arrivare oltreconfine e sfuggire al mandato di cattura emanato dal questore di Viterbo, Lorenzo Suraci, ma gli agenti della Polizia di Frontiera di Ventimiglia, lo hanno riconosciuto e bloccato.



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