ANNO 14 n° 89
''Ovvio che scappassero''
Feto nel cassonetto: Elisabeta Ambrus e la coinquilina irreperibili, salta la loro testimonianza. In aula è braccio di ferro

VITERBO – Secondo la difesa dell’infermiere Graziano Rappuoli, la Procura avrebbe dovuto intuire che la giovane madre del feto ritrovato senza vita all’interno di un cassonetto di via Solieri, e la sua coinquilina avrebbero fatto perdere ogni traccia di sé.

''Per questo, data l’impossibilità di sentirle in aula, sarebbe stato opportuno e necessario procedere per tempo ad un incidente probatorio'', spiega in aula il difensore dell’infermiere 47enne imputato in Corte d’Assise di omicidio e occultamento di cadavere.

Un incidente probatorio per Alina Elisabeta Ambrus e per la sua coinquilina, nonché collega in un noto night club della città, che all’epoca avrebbe permesso di cristallizzare la loro versione. E che oggi avrebbe potuto essere utilizzato nel processo a carico dell’infermiere 57enne: secondo la Procura, l’uomo avrebbe dapprima aiutato la Ambrus a reperire un farmaco per provocare prematuramente le doglie e poi, una volta dato alla luce il feto, l’avrebbe aiutata a disfarsi del corpicino della piccola di appena 24 settimane.

La giovane, condannata in Appello a 5 anni di carcere, ha però da tempo fatto perdere ogni traccia di sé, assieme alla coinquilina con cui viveva fino al 2013 in un appartamento in via delle Piagge, a Viterbo.

Ora in aula, il pm Franco Pacifici, data l’impossibilità di chiamarle a deporre, chiede che siano utilizzabili le sommarie informazioni raccolte all’indomani della macabra scoperta nel cassonetto nel quartiere Salamaro del 2 maggio 2013.

Ferma l’opposizione della difesa: ''Era altamente probabile che le due sarebbero sparite. Esigiamo che vengano compiute ricerche più approfondite e che vengano entrambe portate in aula a testimoniare''.

Sarà così per la giovane madre, la 30enne Alina Elisabeta Ambrus, per la quale verranno svolte indagini più approfondite su scala europea. Mentre per C.A., dato l’esito negativo delle precedenti ricerche, è stato disposto dalla Corte che vengano acquisite le sommarie informazioni dell’epoca.

Intanto, alla prossima udienza del 26 giugno prossimo, in aula sarà il momento del contraddittorio tra i consulenti di accusa e difesa.



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