ANNO 14 n° 88
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''Era dietro il bancone, a terra una striscia di sangue''
Sul retro del negozio la polizia ha ritrovato un cellulare, forse è della vittima

VITERBO – (MDL) Potrebbe essere stato aggredito nei pressi dell'ingresso del negozio, ma non sarebbe morto subito. Si sarebbe trascinato fino a dietro il bancone forse nel disperato tentativo di chiamare aiuto. Norveo Fedeli sarebbe stato colpito alla testa da un corpo metallico, forse dallo sgabello ritrovato all'interno del negozio dagli investigatori della polizia.

Un colpo che gli avrebbe fracassato il cranio. Il commerciante a quel punto si sarebbe trascinato o sarebbe stato trascinato - come dimostra la striscia di sangue sul pavimento - in quella parte del negozio, nei pressi della cassa, dove è stato ritrovato privo di vita. L'aggressione è avvenuta all'ora di pranzo ma nessuno si è accorto di nulla. Solo la parrucchiera del negozio accanto si è insospettita quando, conoscendo le abitudini e la puntualità di Norveo Fedeli, alle 13,40 ha notato il negozio ancora aperto. La donna però si è fatta accompagnare da un operaio che sta eseguendo dei lavori in zona. 

“Ho visto la striscia di sangue dietro il bancone e non ho avuto il coraggio di avvicinarmi, ho chiamato aiuto’’, ha raccontato l'operaio. Niveo Fedeli era una persona abbastanza metodica e soprattutto molto precisa: alle 13 in punto ogni giorno chiudeva il negozio e saliva a casa, un’abitazione difronte. La parrucchiera ha chiamato anche la moglie dell’uomo che, fuori Viterbo, le ha manifestato la preoccupazione per il fatto che non il marito dalle 13 non le rispondeva al telefono. Temendo che avesse avuto un malore, è andata a vedere trovando nei pressi del negozio l’operaio le ha chiesto di entrare con lei.

La porta a vetri era socchiusa. “Abbiamo trovato tutto a soqquadro – dice l’operaio – poi mi sono sporto al di là del bancone dove è la cassa è ho visto solo la striscia di sangue. Tanto sangue. Non ho visto il cadavere, ho avuto paura e abbiamo dato l’allarme’’.

A condurre le indagini è la squadra mobile, diretta da Gianfabrizio Moschini, ieri sul posto insieme alla polizia scientifica e alla digos. Sul luogo del delitto anche il pm, Eliana Dolce. L’ipotesi più accredita è quella della rapina finita male. Ad aiutare le indagini potrebbero essere utili i filmati delle telecamere che si trovano in zona.

Oltre alle tracce di sangue gli investigatori hanno trovato del fango sul cranio della povera vittima, forse l'impronta di uno scarpone. Difficle al momento sapere se la rapina sia andata a segno ed eventualmente che cosa sia stato asportato dal negozio. Pare che sia sparito il cellulare della vittima ma proprio sul retro del negozio ieri pomeriggio gli investigatori hanno trovato un telefono. Forse proprio quello appartenente alla vittima.

Sul luogo del delitto ieri, a testimoniare la loro vicinanza alla famiglia molto conosciuta in città, il prefetto Giovanni Bruno, il sindaco Arena che ha manifestato già la volontà di dichiarare il lutto cittadino, e il consigliere di Fratelli d'Italia, Paolo Bianchini e il prefetto Bruno.



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