ANNO 14 n° 89
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Elezioni provinciali: oggi il voto per il rinnovo del consiglio
Sindaci e consiglieri comunali chiamati alle urne. L'incognita di Viterbo

VITERBO – Oggi si vota per il rinnovo del consiglio provinciale ma non per il presidente. Un appuntamento riservato solo ai sindaci e dai consiglieri comunali dall’esito, alla vigilia, scontato: il centrodestra, forte anche dei risultati elettori della scorsa primavera, si avvia a conquistare la maggioranza nonostante la coalizione si presenti divisa. Due infatti sono le liste: Tuscia Tricolore e Insieme per la Tuscia; altrettante quelle del centrosinistra: Tuscia democratica e Per i beni comuni. Dodici i posti da consigliere. Si vota dalle 8 alle 20 di oggi presso la sala Benedetti al piano terra di Palazzo Gentili, 750 gli aventi diritto. 

Il meccanismo è quello del voto ponderato e grazie a questo i consiglieri comunali di Viterbo esprimeranno di fatto la metà dei componenti del consiglio provinciale. I loro voti quindi sono i più appetibili per i candidati alla poltrona di consigliere provinciale. Al momento 6 consiglieri: Chiara Frontini e gli altri tre di Viterbo Venti Venti, Massimo Erbetti (M5S) e Luisa Ciambella (Pd), non si sono schierati con nessuna lista. Non è un mistero il corteggiamento di Tuscia democratica per Massimo Erbetti, dove tra l’altro è candidato Barelli, con il quale Erbetti in consiglio comunale spesso va a braccetto. Sul fronte di Viterbo Venti Venti, la probabilissima astensione di Chiara Frontini, fresca fresca di matrimonio, potrebbe condizionare anche gli altri consiglieri del gruppo mentre resta difficile azzardare una previsione sull'inclinazione di voto della capogruppo Pd, Luisa Ciambella.

Lo spoglio domani mattina dalle 8,30.

Se fossero confermate le previsioni della vigilia, ossia che il centrodestra conquisti la maggioranza, si configurerebbe l'ipotesi della cosiddetta ''anatra zoppa'': il presidente Nocchi (Pd) non avrebbe la maggioranza in consiglio.

E proprio contro Nocchi il centrodestra ha tuonato alla vigilia del voto: presidente reo, prima, di aver convocato il consiglio per votare il bilancio di previsione a sei giorni dalle elezioni, bilancio che poi è stato approvato con una forzatura in particolare sul passaggio relativo al parere dei sindaci. E su questo è stato già annunciato ricorso al Tar.




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