ANNO 14 n° 89
Droga nel casolare, ridotte in appello le maxicondanne ai due 30enni
Scendono a 8 anni e 2 mesi gli oltre 10 anni ricevuti in primo grado

VITERBO - (b.b.) Sette chili di droga nascosta all'interno di un casolare alle porte di Tobia, ridotte in appello le maxi condanne ai due trentenni viterbesi Camillo Lamanda e Maurizio Casarelli.

Per i due imprenditori, che con rito abbreviato in primo grado erano stati condannati a 10 anni e 8 mesi dal gip Roberto Colonnello, le pene sono scese a 8 anni e 2 mesi di fronte alla Corte d’appello di Roma. Ieri l’udienza.

Camillo Lamanda e Maurizio Casarelli sono finiti in manette il 4 maggio del 2018, sette mesi dopo essere stati fermati e rilasciati a seguito del fermo del loro coetaneo Federico Morucci e del ritrovamento della sostanza stupefacente in un casolare vicino Tobia da parte degli uomini della Squadra Mobile.

Sette chili di droga, che secondo l’accusa avrebbero permesso agli imputati di confezionare oltre 29mila singole dosi: 1287 di cocaina e circa 27.700 tra hashish e marijuana. Con un valore complessivo sul mercato superiore ai 300mila euro.

Ed è per questo che, per il pubblico ministero Franco Pacifici, Lamanda e Casarelli ''non sarebbero stati semplici pusher, ma i fornitori all’ingrosso del mercato viterbese''. Al vertice di un articolato e redditizio traffico di sostanze stupefacenti.

Di fronte al gip Roberto Colonnello lo scorso 10 gennaio entrambi sono stati condannati: 10 anni e 8 mesi di carcere ciascuno e una multa da 100mila euro. Pene ben più severe rispetto alle stesse richieste del pm e che i difensori Marco Valerio Mazzatosta e Giovanni Labate avevano definito ''spropositate''.

Ieri per Camillo Lamanda e Maurizio Casarelli è arrivata la riduzione in appello. Così come accaduto per il presunto complice Morucci: condannato a 6 anni in primo grado, la sua pena è scesa a 4 anni di fronte alla corte capitolina il 27 maggio scorso.

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