ANNO 14 n° 89
''Dovevo aver voglia
di fare l’amore,
ma dentro morivo’’
Il racconto in aula dell'ex di Melaragni

VITERBO – ‘’Dovevo aver voglia di fare l’amore ogni giorno ed essere felice per forza. Ma dentro di me morivo. Mi diceva che il suo affetto sarebbe bastato per entrambi, che anche se non lo amavo più, sarei dovuta rimanere con lui. Era ossessionato dalla mia presenza in casa. Non potevo uscire o avere degli amici. Dovevo vivere per lui e solo con lui.’’. E’ un racconto che ha del surreale quello che M.Z., 41enne di origine rumena, offre al giudice del suo passato. Un passato fatto di un amore malato, di minacce e di paura. Tanta, troppa. A tal punto da costringere la donna a scappare più volte di casa.

Alla sbarra, con le accuse di minacce e calunnia, il suo ex compagno, Settimio Melaragni, agente immobiliare di Capodimonte, già condannato a otto ani di reclusione per l’omicidio della fidanzata. La donna, Daniela Nicoleta Hatmanu, fu trovata morta nel suo appartamento, nel gennaio del 2008. Ad ucciderla tre colpi di pistola: due alla coscia e uno alla clavicola.

Ora è di nuovo a processo, ma su di lui delle accuse di tutt’altro calibro: avrebbe minacciato la vecchia compagna di rendere pubbliche alcune sue foto hard se non fosse tornata a casa con lui. Ma non solo, l’avrebbe anche accusata di essere la mandante di una rapina, nell’ottobre del 2007, di cui Melaragni fu vittima.

‘’Dopo i primi mesi di convivenza ho capito che non era l’uomo che avevo conosciuto – ha spiegato in aula M.Z. – era possessivo, ossessivo, geloso e non riusciva ad accettare l’idea che volessi lasciarlo, ecco perché mi ha seguito fino in Romania per riportarmi a casa.’’.

‘’Se non torni con me, tappezzo l’intero paese con le tue foto nuda’’, le avrebbe detto Melaragni. E così, per paura e vergogna, la decisione della donna di tornare nell’appartamento di Capodimonte. ‘’Ma non sono riuscita a rimanere a lungo: vivere a fianco a lui era impossibile. Rendeva ogni giorno insopportabile – ha concluso - Sono scappata un sabato mattina aiutata da una vicina di casa. Appena è uscito per andare a lavoro, ho messo dei vestiti in una valigia e me ne sono andata. A Roma, ad attendermi un centro di accoglienza’’.

E una nuova vita. Si tornerà in aula tra alcuni mesi.




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