ANNO 14 n° 89
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''Dobbiamo volare con Silvia''
Alla chiesa di S. Maria Assunta a Vasanello i funerali di Silvia Tabacchi

VASANELLO – Un piazzale stracolmo di persone, quello davanti alla chiesa di Santa Maria Assunta, in cui questo pomeriggio si sono celebrati i funerali di Silvia Tabacchi. Giovani, donne, bambini e uomini di ogni età per dare l’ultimo saluto alla giovane, barbaramente uccisa nel pomeriggio dello scorso venerdi dal suo ex fidanzato, Francesco Marigliani.

Occhi lucidi e fiori in mano. Una folla immensa in silenzio, che si è stretta attorno al dolore dei famigliari. Loro, in prima fila, accanto alla bara della figlia. Una bara di legno marrone ricoperta di rose bianche.

''Purtroppo la chiesa oggi non riesce a contenere tutte le persone che vogliono partecipare'' ha esordito dal pulpito, commosso, don Enzo Prato.

Una morte difficile da comprendere, quella a cui è andata incontro la 28enne. Una morte dettata da un amore cieco e folle. Da un’ossessione. Talmente tanto forte da spingere il suo ex a premere il grilletto contro la ragazza e poi a togliersi la vita, all’interno di una Renault Megane parcheggiata sul ciglio della strada Vasanellese. Un ultimo incontro tra i due che si è rivelato fatale: Francesco non avrebbe mai superato la fine della loro relazione, iniziata ai tempi del liceo e durata per oltre 14 anni. Così come non avrebbe mai accettato che Silvia, la sua Silvia, avesse voltato pagina. E quindi, l’estrema decisione.

Ora, oltre al dolore, per i famigliari anche il senso di colpa per non aver capito. Per non aver potuto fermare la furia omicida del ragazzo, che secondo gli inquirenti, avrebbe da tempo organizzato e premeditato l’omicidio.

''Si è fatto buio quel venerdì pomeriggio - dice il vescovo di Civita Castellana mons. Rossi - e siete scesi nel buio con lei. La vostra comunità è stata scossa e guardandovi mi chiedevo, per ognuno di voi, come facevate...''. ''Oggi, accompagnati da questo sole - prosegue - vorrei che sentissimo il desiderio di volare. Anche se feriti e appesantiti dobbiamo volare in sintonia con lei anche se è faticoso''.

''In questi momenti nel cuore di tutti c'è la voglia di avvicinarsi a Silvia e condividere il suo eterno presente. Trasformiamo questa bara in una culla e questa fossa in una pista. Bisogna fare i conti con la speranza messa alla prova dalla brutalità, questo sarebbe il modo migliore per accompagnarla nel suo ultimo volo''.

''Perché è successo? - domanda il vescovo - E' questa la domanda retorica. Domanda giusta ma di cui si sa già la risposta. Per la famiglia è difficile chiederselo. Ma Silvia dov'è? Che fa? Sono domande difficili a cui rispondere. Silvia era giovane e poteva avere un futuro e un domani magari una famiglia e dei figli. Ora farò una domanda irriverente: valeva la pena che vivesse fino ad ora? La risposta è sì perché domandandoglielo lei risponderebbe che farebbe tutto di nuovo''.

''Ora - conclude il vescovo - voi amici dovete trovare la risposta per ciascuno di voi. Ognuno deve capire quale è il senso di una vita che non è sempre bella ma che vale la pena, comunque, di essere vissuta''.

Commoventi le testimonianze di tre amici che hanno letto una lettera dedicata a Silvia e un messaggio, letto da don Enzo, dove i familiari hanno chiesto che i soldi raccolti durante la messa vadano alle associazioni contro la violenza sulle donne. ''Accadrà di nuovo - scrive la famiglia - ed ogni volta noi moriremo di nuovo con lei''.

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