ANNO 14 n° 107
''Dispositivi salva-bebč, confusione del Governo sugli incentivi alle famiglie''
Interviene il deputato di Fratelli d'Italia Mauro Rotelli

Riceviamo e pubblichiamo.

VITERBO - Era maggio dello scorso anno quando, con il collega deputato Carlo Fidanza, denunciavamo l’inadempienza del Governo sulla legge Meloni per i dispositivi salva-bebè, puntando il dito, in particolare, sulla clamorosa inerzia dell’esecutivo nel varare gli incentivi fiscali per l’acquisto dei dispositivi o dei seggiolini salva vita per bambini.

Già all’epoca dichiaravamo: ''Il ministro Toninelli, che tanto si agitava per apporre la sua firma su quella legge che invece porta il nome di Giorgia Meloni, utilizzi questo inopinato rinvio per ottenere le risorse per gli sgravi fiscali in modo che il provvedimento possa partire con gli adeguati stanziamenti a sostegno delle famiglie''.

A distanza di sei mesi, e con l’entrata in vigore della legge, dobbiamo constatare, purtroppo, che nulla è cambiato, pur trovandoci di fronte a tematiche importanti come la sicurezza dei bambini.

L’Italia è la prima nazione, nel mondo, ad aver approvato una norma che obbliga l’uso dei dispositivi anti abbandono.

La legge, a prima firma Giorgia Meloni, approvata all’unanimità in Senato nell’ottobre 2018 e definita, nell’immediato una ''legge di civiltà'', in realtà entra in vigore solo un anno dopo, senza uno straccio di comunicazione, con gli utenti colti di sorpresa, le aziende produttrici ancora non pronte ed i rivenditori disorientati.

Ad oggi, a più di sei mesi da quando Fratelli d’Italia ha sollevato la questione, nessuno sa ancora rispondere se e come sarà possibile attingere al contributo pubblico per l’acquisto dei dispositivi. Forse è il caso di aggiornare il già esteso elenco delle perle targate M5S-Pd.

Mauro Rotelli - deputato Fratelli d’Italia




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