ANNO 14 n° 111
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Dalla Germania all'Italia senza versare l'Iva, di nuovo nei guai Elio Marchetti

VITERBO - Acquistavano macchine di grossa cilindrata dalla Germania per poi rivenderle in Italia senza versare allo stato l'IVA. Il risultato? Suv e berline a prezzi stracciati rispetto al mercato nazionale e un danno da circa 3 milioni di euro.

A finire in manette questa mattina, nel corso dell'operazione Déjà-vu, sei persone. Si tratta dell'imprenditore viterbese Elio Marchetti, di Adrian Glowats, gestore di un concessionario tedesco, i fratelli Simone e Roberto Girolami, Giuseppe Di Lucia, tutti gestori di società fittizie con sede a Latina e Foggia e Domenico Sordo, il titolare di un'agenzia di pratiche auto.

Tutti, secondo la procura di Viterbo, che ha portato avanti l'operazione con l'aiuto di guardia di finanza e polizia stradale, avrebbero messo in piedi una vera e propria associazione a delinquere finalizzata alla truffa: attraverso la cosiddetta frode Carosello sarebbero riusciti a far entrare nel territorio nazionale auto di grossa cilindrata senza versare l'IVA. Il tutto sfruttando il principio che regola il pagamento dell'iva comunitaria, secondo cui l'imposta per auto acquistate all'estero, deve essere versata solo nel paese in cui le vetture arrivano. In questo caso l'Italia.

Le persone finite in manette avrebbero acquistato le auto dalla Germania a nome di società fittizie, vuote, senza alcun capitale e senza pagare alcun imposta. Subito dopo avrebbero dichiarato il fallimento delle società e avrebbero rivenduto le vetture a seconde aziende, sempre facenti capo a loro. Le macchine, in questo caso già sul territorio italiano, non erano gravate da alcuna imposta fiscale e potevano essere rivendute a prezzi molto più bassi rispetto a quelli del mercato attuale.

''Un danno alla comunità, ma soprattutto un danno alla libera concorrenza e a tutti quegli imprenditori che lavorano e agiscono nel rispetto delle regole - commenta il procuratore capo Paolo Auriemma - l'operazione portata a termine, che vede coinvolti personaggi esperti in frodi del genere, però, andrà avanti: siamo convinti che si tratti solo della punta di un iceberg''. Si andrà ancora a fondo, dunque, per cercare di capire quanto l'attività illecita sia radicata e spalmata sul territorio nazionale. Anche perché i protagonisti non sarebbero nuovi ad azioni del genere. Alcuni degli arrestati sono gli stessi che, ad oggi, hanno procedimenti penali in fase di dibattimento nel tribunale viterbese.

''Ecco perché si chiama operazione Dejà-vu - sottolinea il colonnello Giosuè Colella - perché ci troviamo di fronte a qualcosa di già visto. Stesse modalità di azione, stesse società fittizie interposte tra rivenditore e acquirente finale per evadere l'IVA. L'unica differenza è che questa volta ci siamo spostati al di fuori della provincia viterbese, siamo arrivati a Latina e a Foggia''.

Viterbesi, invece, la maggior parte degli acquirenti delle auto, che del tutto inconsapevoli si rivolgevano al concessionario plurimarche di via Mainella certi di acquistare vetture in regola. Invece, documentazioni false e provenienza illecita. 90 in tutto le auto ad oggi poste sotto sequestro dalla procura.

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