ANNO 14 n° 89
Gloria, la Macchina di Raffaele Ascenzi
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Così Raffaele Ascenzi entra nella storia
Non accadeva da metà Novecento che un ideatore firmasse due modelli
L’architetto: “Ho sempre sognato di avvicinarmi al lavoro di Virgilio Papini”

di Flavia Ludovisi

VITERBO – Con ''Gloria'' Raffaele Ascenzi entra nella storia del Trasporto. Dall'inizio del Novecento a oggi, solo Virgilio Papini, prima di lui, deteneva il primato di aver ideato più di una Macchina di santa Rosa. Correva l’anno 1951 quando sfilò per le vie di Viterbo l’ultima creatura di Papini, che morì a luglio e non potè neanche godersi l’ultimo trasporto, seguito poi dal figlio Paolo. In sostanza è passato più di mezzo secolo. E oggi Ascenzi, con Ali di luce e Gloria, è l’unico vivente ad aver firmato due modelli.

''Papini l’ho sempre accostato a una figura mitologica – commenta Ascenzi –, ho sempre sognato di avvicinarmi a lui, è un’emozione grandissima. Ho anche avuto la fortuna di vedere alcuni modelli disegnati dallo stesso Papini che appartengono a un collezionista privato, bellissimi''. E’ un’eredità importante quella raccolta da Ascenzi, perché, così riportano le fonti, Papini ha dedicato cinquant’anni della sua vita a disegnare e progettare Macchine, ma è anche vero che a quei tempi era pressoché l’unico a partecipare, certo non c’era la concorrenza di oggi.

Sta di fatto, tuttavia, che nessun altro, dopo Papini ha messo la firma su più di una Macchina. Fino a ieri, quando è calato il velo su quella che sfilerà per le vie di Viterbo fino al 2019, Gloria di Raffaele Ascenzi. Architetto, ex facchino di santa Rosa e soprattutto già padre di Ali di luce, la Macchina che sfilò dal 2003 al 2008. Giusto per ricordare, ecco una breve cronistoria: Virgilio Papini, come detto, è stato l’ideatore delle Macchine dai primi del secolo al 1951; il 1952 è segnato dalla Macchina di Rodolfo Salcini, la stessa fino al 1958; il campanile di Angelo Paccosi è protagonista dal 1959 al 1966; il 1967 è l’anno del Volo d’angeli di Giuseppe Zucchi, la prima nella storia con un nome, tanto amata dai viterbesi, che sfila fino al 1978; il periodo che va dal 1979 al 1985 è segnato da un’altra Macchina storica, è Spirale di fede di Maria Antonietta Palazzetti e Rosario Valeri; Roberto Ioppolo firma quella in carica dal 1986 al 1990; nel 1991 vince Sinfonia d’archi di Angelo Russo, che ha presentato un progetto anche quest’anno arrivato in ottava posizione, e sfila fino al 1997; l’anno successivo, il 1998, è quello del debutto di Tertio Millenio Adveniente - Una Rosa per il Duemila, di Marco Andreoli, Lucio Cappabianca e Giovanni Cesarini che chiude il ciclo dei Trasporti nel 2002. Il progetto presentato quest’anno da Andreoli & Co. si è classificato dodicesimo; nel 2003 ecco che arriva Ali di Luce, primogenita di Ascenzi, che, oltre ad essere ideatore fa anche parte dell’esercito dei facchini di santa Rosa. Nel 2009, dopo sei anni di onorata carriera di Ali di luce, da subito molto apprezzata dai viterbesi, è Arturo Vittori a vincere il bando con la sua Fiore del Cielo, trasportata per l’ultima volta il 3 settembre scorso.

E si arriva a due giorni fa, quando in una stanzetta degli uffici comunali di via Garbini il dirigente Stefano Menghini, presidente della commissione giudicatrice, ha aperto la busta B con i dati anagrafici dell’ideatore della Macchina vincente, Gloria, di Raffaele Ascenzi, appunto.

''A voler essere precisi sui primati – aggiunge Ascenzi - ne detengo anche un altro di cui sono molto orgoglioso, quello di aver trasportato da facchino di santa Rosa la Macchina da me progettata. Non era mai successo che un ideatore trasportasse anche la sua creazione, io l’ho fatto per cinque anni. Il sesto anno di Trasporto, invece, l’ho voluta vivere solo da ideatore, guardandola dall’esterno. E con Ali di luce ho anche provato un’altra emozione:ho preso il posto dell’elettricista, nel cuore della Macchina, e sono stato trasportato io stesso dai facchini nel tratto che va da piazza del Comune a piazza delle Erbe''. Il 3 settembre, invece, Viterbo assisterà al debutto di Gloria. ''Quel giorno – conclude – riabbraccerò i facchini, ritornerò a vivere le emozioni del Trasporto con loro. Sarà una grande gioia per me''.



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