ANNO 14 n° 116
Il commercialista Bruno Franci
Cooperative: risorse o veleni?
L'esperto Bruno Franci: “Negli ultimi anni troppi ne hanno approfittato”

“Le cooperative? Vanno di moda. Nel senso buono ma anche in quello meno buono”. A parlare è Bruno Franci, commercialista viterbese con un'esperienza ultratrentennale nel settore. E dunque la professionalità e il pelo sullo stomaco per fornire al Magazine una visione completa e approfondita sul sistema delle coop.

Già, proprio quel sistema salito alla ribalta dopo l'esplosione dello scandalo di Mafia Capitale, nel quale parecchie società di questo genere prosperavano grazie agli appalti e ai contributi pubblici. Va detto, ad onor di cronaca, che la nostra chiacchierata con Franci è del tutto generica, e rapportata su una scala immensamente minore – e al netto di smentite assolutamente non illegale – come quella di Viterbo e provincia.

“la cooperazione è una forza economica importante che, se ben interpretata e strutturata, può servire per tenere a galla il mondo imprenditoriale e il livello del lavoro, ma che può anche fornire agli imprenditori senza scrupoli una via d'uscita dalle difficoltà – sostiene Franci - Già, perché sono in molti coloro che approfittano delle agevolazioni concesse dallo Stato ad una cooperativa, e parlo di facilitazioni fiscali a patto che ci siano dei soci. Non capita di rado che un imprenditore privato che, vedendo a rischio il suo modello convenzionale di attività, crea una cooperativa fittizia, o meglio spuria, con i dipendenti che invece risultano soci e che vengono pagati molto al di sotto del contratto nazionale.

Con ingenti ribassi nel costo del lavoro e dunque la possibilità di concorrere nelle gare al ribasso fornendo un'offerta sulla carta molto più conveniente rispetto ai concorrenti che rispettano le regole”.

“Il senso e il fine della cooperazione – avverte Franci – è virtuoso, perché tiene conto di parecchi aspetti cruciali, dalla mutualità, alla sicurezza, alla vita sociale dei membri e dei lavoratori, Ma accade sempre più spesso che esso sia interpretato in modo forzato da alcuni soggetti spregiudicati. E questo non fa che indebolire l'immagine del sistema e a creare una discrepanza tra le coop genuine e quelle spurie, per non parlare degli imprenditori schietti, che si vedono scavalcare dalle finte coop con offerte al ribasso anche del 30 o del 40 per cento”.

E nella Tuscia come siamo messi?

Secondo Franci non malissimo: “Nel senso che il fenomeno è arrivato da noi dopo Tangentopoli, all'inizio degli anni Novanta, con tanti imprenditori tramortiti dalla crisi economica che hanno iniziato a creare cooperative spurie per continuare a lavorare e garantirsi ancora un buon margine di ricavo. Ma certo non siamo a livelli d'allarme, e ci sono, per fortuna, anche gli organismi che vigilano”.




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