ANNO 14 n° 89
''Convochiamo un consiglio aperto sull'ospedale di Tarquinia''

TARQUINIA - Come portavoce del Movimento 5 Stelle di Tarquinia propongo al sindaco di Tarquinia, Alessandro Giulivi, in qualità di autorità sanitaria locale e di delegato alla sanità, di invitare – prima possibile - il Direttore Generale della ASL in un consiglio comunale, possibilmente aperto al contributo della cittadinanza, per illustrare e calendarizzare le azioni che la Direzione Generale intraprenderà nel prossimo futuro, per affrontare e risolvere le gravi carenze assistenziali e la progressiva riduzione di servizi sanitari erogati dal presidio ospedaliero di Tarquinia.

Ricordiamo che l'art. 21 dell'atto organizzativo, di fatto prevede che tutte le strutture ospedaliere sono una unica area da gestire ed orientare ai bisogni sanitari della popolazione e che gli operatori sono orientati al conseguimento dei programmi operativi ed a garantire i L.E.A. .

Considerati i vuoti di organico che persistono da gennaio 2019, soprattutto per l'u.o.c. ortopedia, ancora esistenti, nell'ottica di stimolo all'azione gestionale e consapevoli della necessità di mantenere i livelli dei servizi ante 2018, si ribadisce la nostra volontà di mettere in atto, possibilmente in sintonia con il comune di Tarquinia, tutte le azioni utili per risolvere i problemi non affrontati.

Abbiamo saputo che la ASL di Viterbo ha attivato una convenzione onerosa con i medici di medicina generale e di continuità assistenziale per rispondere alle esigenze sanitarie estive dei pronto soccorso di Tarquinia e Civita Castellana rispetto ai codici bianchi e verdi che chiederanno prestazioni al servizio d'emergenza dal 15 giugno al 15 settembre.

Per noi è una non risposta a valle di un problema causato dalla esigua apertura degli ambulatori territoriali e dalla mancanza di un'assistenza infermieristica ad accesso diretto.

Riteniamo che quanto richiesto sia molto utile per la comunità tarquiniese e per questo sollecitiamo il sindaco Giulivi a rompere il silenzio che avvolge la lenta morte del nostro ospedale.




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