ANNO 14 n° 114
Una veduta di Bolsena
''Bolsena era la grande Velzna etrusca''
E' la tesi dell'etruscologo Di Mario sulle origini della cittadina lacustre

BOLSENA - Bolsena è la città gemella di Velzna, quindi la città gemella di Ilio. La tesi è sostenuta dallo studioso Angelo Di Mario dopo un'attenta e approfondita ricerca sia di tipo archeologico che di tipo glottologico. Infatti dopo la guerra che distrusse la città di Ilio, gli abitanti, i Velisni, sono emigrati in Italia e hanno ricostruito una città vicino al lago di Velsna/Bolsena.

Lo studio è stato presentato al convegno ''Bolsena Etrusca la storia da riscrivere'' che si è tenuto domenica nella libreria ''Le Sorgenti'' e a cui hanno partecipato la giornalista Maria Grazia Di Mario per Angelo Di Mario, il ricercatore Giovanni Feo e il soprintendente Angelo Timperi, con una testimonianza filmata. L’evoluzione linguistica segna e colloca precisamente alcuni fatti storici ed evidenze archeologiche confermate dallo stesso Feo e da Timperi, rivelando novità di rilievo in grado di aprire orizzonti inaspettati ed internazionali.

Bolsena era la più grande città sacra degli etruschi nella quale confluivano le dodici città per i riti sacri. Orvieto, invece, era una città avamposto e lo testimonia anche la radice del termine: il nome di Arwieta/Urwieta (città) ha una radice differente, simile ad OR-te Ar-ezzo somiglia troppo al licio-miliaco AR-n- n- a (che vuol dire costruzioni-case-città), ad Ar-za-wa nel paese di Lukka, potente avversaria degli ittiti, sita nella Turchia meridionale, tutti nomi comunque portati in Italia. Gli studi di Di Mario servono a rendere una verità storica: le origini di Bolsena sono turche precisamente dell'Anatolia, la terra di Ilio. E òlo steso studioso ha fatto richiesta al ministero dei beni culturali di effettuare analisi approfondite anche in Turchia per scoprire altri elementi di affinità.

La tesi di Di Mario, relativa alla collocazione di Velzna nel territorio di Bolsena, è stata ampiamente confermata dall’intervento di Angelo Timperi, archeologo responsabile del versante orientale del Lago di Bolsena dal 1982 al 2009 : “Dagli Anni ’70-’80 la maggior parte degli etruscologi, anche se non tutti, decisero che dovesse essere considerata Orvieto Velzna, senza tener conto però di quello che ci diceva il territorio, delle testimonianze, dei reperti reali, delle numerose necropoli, possenti mura, e delle strutture rimesse in luce che in realtà sembravano romane ma che a un esame più attento hanno cominciato a manifestare la loro origine etrusca – spiega Timperi -. Nel mio lavoro sono partito proprio da Poggio Moscini. Per anni ho accettato quello che gli studiosi dell’Università di Roma e di altre Università sostenevano, e cioè che Bolsena fosse una città romana, con le mie riserve ovviamente, perché le evidenze etrusche non si potevano nascondere, però nel 2000 organizzai una serie di visite guidate e, per dare spiegazioni più complete ai visitatori, cominciai ad analizzare tutti gli scavi dei francesi, avevo la fortuna di poter avere sotto mano i materiali e le strutture, e così i miei dubbi cominciarono a prendere forma. Io non vedo un aut/ aut, io vedo un et/et, Orvieto e Bolsena, non sono in conflitto, Orvieto fa parte del territorio di Velzna, un territorio grande che comprende tutta la zona orientale del lago di Bolsena, quella compresa tra il Paglia, il Tevere e la Piana di Viterbo; quindi Montefiascone, Grotte di Castro e Orvieto stessa, sono tutte città che rientrano in questo territorio, Orvieto con funzione difensiva”.

Per Timperi c’è ancora molto, tutto da scavare, in quanto sotto la città romana c’è la grande Velzna etrusca, ma è importante a questo punto aprire un dibattito e un confronto reale che dia spazio a visioni diverse, se pur qualificate, rispetto a quelle rigidamente accademiche e questo, così come ha sottolineato Giovanni Feo, per restituire una identità storica reale anche alla città di Orvieto. Il cammino del neonato gruppo di lavoro continuerà il suo percorso con un secondo convegno che si terrà nel comune di Pitigliano, nel mese di ottobre.




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