ANNO 14 n° 88
Bambini strattonati, presi a calci: ''Mio figlio è tornato a casa rasato''
Entra nel vivo il processo a carico dell'insegnante Silvia Palma, accusata di maltrattamenti e abbandono di minori

NEPI – (b.b.) ''Si coprivano la testa ogni volta che la maestra passava lor vicino. Sapevano che se non avessero fatto i buoni avrebbero ricevuto schiaffi e strattonate. Erano impauriti e anche a casa erano nervosi e cambiati: mio figlio non è mai stato aggressivo o violento. Eppure aveva cominciato a prendere a calci la sorellina, a spintonarla. Come se quello fosse il giusto modo di approcciarsi agli altri''.

Sono testimonianze copia e incolla, quelle delle mamme dei piccoli alunni della scuola dell’infanzia di Nepi, finita nella bufera giudiziaria dopo la sospensione, nel gennaio del 2017, dell’insegnante Silvia Palma, inchiodata da alcune immagini riprese dalle telecamere installate nelle aule d’asilo: bambini spintonati, presi a schiaffi sulla testa, minacciati e insultati. E usati come bersagli per un folle tiro di pennarelli.

''Abbiamo messo le telecamere nella scuola dopo la segnalazione di alcuni genitori – ha spiegato in aula un brigadiere – e nel giro di una decina di giorni appena abbiamo raccolto tutto il materiale di cui avevamo bisogno: ci sono sequenze audio e video in cui si nota questo atteggiamento affatto pedagogico''.

Quarantenne di origine calabrese, la donna, difesa in aula dagli avvocati Michele Rizzo e Vania Serena Oliviero, deve rispondere di maltrattamenti e di abbandono di minori: secondo quanto ricostruito in aula, non sarebbero stati isolati i casi in cui la maestra avrebbe lasciato incustodita l’aula.

''Un compagnuccio di mio figlio era stato operato da poco ai testicoli: erano in classe da soli quando qualcuno gli ha dato un calcio. La ferita gli si è riaperta – ha spiegato una manna – aveva i pantaloncini tutti sporchi di sangue''.

Ma non solo: prova di quanto venissero lasciati soli anche il fatto che i piccoli in più occasioni sarebbero tornati a casa con i capelli tagliati e rasati: ''Prendevano le forbici e ci giocavano: non c’era nessuno a controllarli''.

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