ANNO 14 n° 88
Palazzo dei Priori
Aperto il cantiere
per la candidatura
di Viterbo a Capitale
europea della cultura 2016
In corsa anche Spoleto e Taranto

di Roberto Pomi

VITERBO - Palazzo dei Priori al lavoro per confezionare la candidatura del capoluogo della Tuscia a capitale italiana della cultura 2016 e 2017. Sono iniziati da qualche giorno gli incontri per trovare una rotta da seguire, coinvolgendo il meglio locale in materia.

Si tratta di una grande occasione. Considerando che sul tavolo, oltre al prestigio, è stato apparecchiato un milione di euro. Il Comune di Viterbo dovrà fare tutto in volata, considerando che c’è tempo per presentare la candidatura fino al 31 marzo. Un mesetto scarso quindi per sviluppare una strategia e presentare una domanda capace di attirare l’attenzione e spuntarla in una competizione che si preannuncia particolarmente dura.

Il bando del ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo punta a tradurre in iniziativa nazionale l’iniziativa europea stabilita con la decisione del Parlamento europeo e del Consiglio n. 1419/1999/CE del 25 maggio 1999 e che ha avuto un successo straordinario di partecipazione al processo di selezione della capitale europea della cultura 2019, titolo che la Decisione 1622/2006/CE del 24 ottobre 2006 aveva attribuito a una città italiana. Il titolo europeo, come noto, è andato a Matera. Le cinque città arrivate comunque in finale: Cagliari, Lecce, Ravenna, Perugia-Assisi e Siena; saranno tutte capitali italiane della cultura ex aequo per il 2015.

Il meccanismo prevede che le realtà che intendono candidarsi devono proporre, tra i diversi obiettivi da raggiungere, quello di valorizzare al meglio i beni culturali e il patrimonio paesaggistico, migliorando nel contempo la qualità dei servizi offerti ai turisti. Tra gli obiettivi da perseguire figura anche quello di favorire processi di rigenerazione e riqualificazione urbana. Inoltre è richiesta anche una parte del progetto che prevede di valorizzare le industrie culturali e creative e le relative filiere produttive e la promozione della cooperazione tra operatori culturali e turistici. Naturalmente ogni candidato deve mettere nero su bianco un calendario di eventi da realizzare nell’anno.

Fino al 31 marzo non sarà possibile capire quali città italiane decideranno di mettersi in gara. Dai movimenti che si sono attivati nei vari consigli comunali della Penisola però ci risultano intenzionati a candidarsi Spoleto e Taranto.

Dopo la scadenza del 31 marzo, entro il 30 aprile una giuria selezionerà un massimo di 10 progetti finalisti, che verranno chiamati a presentare un secondo, dettagliato e approfondito dossier di candidatura entro il 30 giugno. Tra questi la giuria proporrà al ministro dei Beni Culturali due città capitali italiane della cultura rispettivamente per il 2016 e il 2017, che godranno ciascuna di un finanziamento fino a un milione di euro per la realizzazione delle attività.

Per vincere Viterbo ha bisogno di un vero gioco di squadra, tutti i personalismi e le smanie di protagonismo rischiano infatti di condannare la città dei papi a sconfitta sicura.




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