ANNO 14 n° 88
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Antonio Tajani: ''L'Europa ha protetto anche la ceramica, ma va cambiata''
Intervista al presidente del Parlamento Europeo: ''Pił competenze e meno burocrazia''

 

Monica Di Lecce

VITERBO - Giornata nella Tuscia per Antonio Tajani. Il presidente del Parlamento europeo, accompagnato dal senatore Francesco Battistoni e dal sindaco Giovanni Arena, ieri ha incontrato i sindaci Azzurri del Viterbese e imprenditori locali prima dell'appuntamento della campagna elettorale per le europee alle 19 presso La Dimora di Vitorichiano. Viterbonews24 lo ha incontrato per parlare della Tuscia e dell'Europa

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Oggi ha incontrato sindaci e amministratori di Forza Italia della Tuscia, che cosa ha detto loro?

''Ho detto che devono guardare con sempre maggiore attenzione all’Europa. Un sindaco che guarda all’Europa è come se si affacciasse a una finestra molto grande. Significa che non devono fermarsi a Viterbo o a Roma ma arrivare fino a Bruxelles per cogliere tutte le opportunità. Abbiamo avuto sindaci che hanno partecipato a bandi per avere finanziamenti per installare la rete wi-fi nel centro dei loro paesi. Questa è una piccola grande operazione che, per esempio, è stata fatta a Tuscania. E’ una cosa positiva perchè le infrastrutture vicinali sono importantissime e oggi permettono ai giovani di rimanere nei loro paesi senza essere costretti ad andare nelle grandi città''.

Lei ha incontrato anche il mondo imprenditoriale locale. Che idea si è fatto del tessuto economico della Tuscia e di che cosa avrebbe bisogno?

''Quella di Viterbo è una provincia che può dare molto. Ha una classe imprenditoriale di alto livello. Ha un parco industriale nel settore della ceramica, un'industria agricoliamentare e agricola di grande importanza e anche uno snodo, quello di Orte, di grande rilievo. Attraverso le infrastrutture dobbiamo sviluppare la politica industriale, sviluppare la crescita. Senza industria, senza impresa, senza agricoltura e senza libere professioni non si combatte la disoccupazione giovanile che deve essere la prima attività''.

Parlava di Europa ma mai come oggi l'Europa è sotto attacco...

''L’Europa così com’è non va ma cambiare una cosa non significa distruggerla. Noi siamo un paese a vocazione imprenditoriale: esportiamo dentro il mercato dell’Unione europea beni per 250 miliardi di euro ogni anno. Significa milioni di posti di lavoro. L’Europa ha difeso anche l’industria della ceramica. Se non ci fossero state le misure antidumping dell’Unione Europea, l’industria delle piastrelle delle ceramica in Europa sarebbe stata soppiantata dalla produzione cinese. Abbiamo fatto la stessa cosa per le biciclette e per l’acciaio. E' un'Europa che protegge e serve. Si può cambiare, si può migliorare. Deve essere sempre più l’Europa dei cittadini e per questo bisogna dare più potere al Parlamento Europeo che è l’unica istituzione democraticamente eletta e deve avere potere di iniziativa legislativa, cosa che oggi non ha. E poi bisogna lavorare per far ritornare la politica al centro: oggi c’è troppo potere burocratico. Purtroppo dopo Berlusconi, Craxi e Andreotti l'Italia non ha avuto più grandi leader capaci di avere una dimensione tale da farla contare in Europa e di dare un contributo italiano al rafforzamento dell’Europa''.

L'Italia è tra i paesi fondatori dell'Europa ma non ha poco peso politico. Come superare questo gap?

''Bisogna lavorare, essere presenti, contare, combattere una guerra di trincea non una guerra all'assalto. La dimostrazione è stata elezione a presidente del parlamento europeo, sono stato grazie a un accordo politico tra conservatori, popolari e liberali. Ho sconfitto il candidato della sinistra avendo trovato un accordo tra i paesi del sud e dell’est e poi sono andato dai francesi e dai tedeschi e ho detto: ''Eccomi qua, sono pronto a fare il presidente del Parlamento Europeo''. E così è stato. E’ la dimostrazione che si può contare in Europa ottenendo anche dei buoni risultati''.

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