ANNO 14 n° 109
''Agricoltori vittime di un sistema orientato al massimo profitto''
Bengasi Battisti: ''Possibile conciliare produzione e salute''

Da Bengasi Battisti, riceviamo e pubblichiamo.

VITERBO - Lavoro, reddito e produzione di qualità sono ricchezze se compatibili con la salute delle persone e la salubrità dell’ambiente. Anche in agricoltura salute e produzione devono essere compatibili e tutti i protagonisti delle filiere devono concorrere e operare affinché ciò si realizzi. Agricoltura ed ecologia possono convivere e rafforzarsi se alle pratiche chimiche si sostituiscono metodi sostenibili, che, per le loro caratteristiche, non compromettono il grande e indispensabile patrimonio della biodiversità.

L’agricoltore, in quanto produttore di cibo, ha una duplice e insostituibile funzione: custode del creato e della salute, individuale e collettiva. Rendere queste alte funzioni compatibili con ''un giusto reddito'' è compito delle istituzioni che, con decisione, dovrebbero intervenire per evitare che le multinazionali della chimica, sovente colluse con chi commercia i prodotti agricoli, siano le uniche fonti di ricerca e formazione. La chimica con il suo dannoso e spesso inutile intervento sottrae futuro e speranze alle generazioni successive, la vera ricchezza delle comunità.

Le istituzioni quali tutori del bene comune e dei beni comuni sono obbligate a contrastare questo sfruttamento degli agricoltori, vittime di un sistema produttivo e commerciale orientato al massimo profitto. Senza una adeguata attenzione alle future generazioni consegneremo acqua irrimediabilmente inquinata, terra sterile e aria compromessa.

Strategico in tutto ciò è il ruolo della ricerca pubblica, quella finanziata dalla Stato e dalle istituzioni pubbliche, quella disinteressata al profitto, capace di offrire metodi che permettano buone produzioni senza compromettere l’ambiente in cui viviamo. Solo così potremmo,con un grande risultato economico e sociale, vedere uscire dalle nostre università metodi efficaci (ad esempio: trappole per i parassiti basate su attrattori ormonali) per una agricoltura di qualità. Solo così potremmo aiutare ambiente e agricoltori offrendo modalità di straordinaria sostenibilità anziché obbligarli a irrorare le colture con tonnellate di deltametrina o lambdacialotrina, insetticidi e pesticidi che intanto hanno già ucciso l’85% delle api e inquinato le falde acquifere. Solo così vedremo scomparire dai bollettini ufficiali emanati, inconsapevolmente(?), anche da istituzioni locali modalità dannose e antieconomiche, che, a fronte di un illusorio aumento di produzione, compromettono, spesso in modo irreversibile, il futuro di tutti.

Con consapevolezza si possono scacciare i mercanti e i loro complici dal ''Tempio della Terra produttiva'' e recuperare il valore assoluto della fertilità dei luoghi, la vera grande ricchezza da consegnare alle generazioni future.




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