ANNO 14 n° 111
''Aggressione grave ma non estrema''
La perizia psichiatrica ridimensiona le posizioni di Polidori e Santini

VITERBO - ''Tenuto conto dei dati clinici anamnestici e di quanto emerso a seguito delle visite attuali, posso rispondere al giudice che Paolo al momento attuale non è affetto da disturbo post traumatico da stress né lo è stato in tempi precedenti''.

Così il dott. Antonio Maria Lanzetti, con le conclusioni della sua perizia deposita ieri davanti al gip Savina Poli, cambia le sorti del processo che vede imputati Jacopo Polidori, Luca Santini e tre minorenni per l’aggressione al 24enne di Vallerano del 12 febbraio scorso. L’esito dell’incidente probatorio, svoltosi rigorosamente a porte chiuse, è stato accolto con soddisfazione dagli avvocati Davide Gorziglia, Samuele De Santis ed Enrico Valentini, difensori di Santini e Polidori. Proprio il leader di CasaPound Cimini si trova dal 3 marzo agli arresti domiciliari per l’accusa di ''lesioni aggravate in concorso''. Accusa che ora si affievolisce, proprio come spiega il medico legale nella sua relazione.

''E' bene precisare – si legge nella perizia - che il disturbo post traumatico da stress viene così definito dal DSM-V: 'È lo sviluppo di sintomi tipici che seguono l’esposizione ad un fattore traumatico estremo che implica l’esperienza personale diretta di un evento che causa o può comportare morte o lesioni gravi o altre minacce all'integrità fisica[...]' ''.

''La risposta della persona all'evento – spiega il medico - deve comprendere paura intensa, il sentirsi inerme o provare orrore. I sintomi caratteristici che risultano dall'esposizione ad un trauma estremo includono il continuo rivivere l’evento traumatico, l’evitamento persistente degli stimoli associati con il trauma, l’ottundimento della reattività generale e sintomi costanti di aumento dell’arousal (stato di eccitazione ndr); il disturbo deve causare disagio clinicamente significativo o menomazione del funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti''.

''Gli eventi traumatici vissuti direttamente - continua - includono combattimenti militari, aggressione personale violenta, rapimento, essere presi in ostaggio, attacco terroristico, tortura, incarcerazione come prigioniero di guerra o in un campo di concentramento, disastri naturali, gravi incidenti automobilistici, ricevere una diagnosi di malattie minacciose per la vita. L’elemento cardine per la diagnosi di disturbo post traumatico da stress è che l'evento stressante deve essere di natura estrema, cioè minaccioso per la vita''.

''Ora, nel caso in esame – sottolinea Lanzetti -, sebbene lo scenario nel quale si sono verificati i fatti risulti di una certa gravità, questi non possono essere considerati 'estremi' ''. Una conclusione, quella del medico legale, arrivata alla luce delle lesioni patite da Paolo e refertate dai medici, giudicate guaribili in trenta giorni e per tanto classificate dal codice penale come ''lievi''.

''Anche quanto emerso dai colloqui con la parte lesa – prosegue - ha permesso di verificare che ci troviamo di fronte ad una reazione d’ansia, ma senza che si giunga mai a paura intensa ed orrore: non vi è evitamento degli stimoli associati al trauma, non vi è aumento dell'aurosal e tanto meno sono rappresentati il disagio clinicamente significativo o la menomazione del funzionamento sociale''.

Prova di ciò sarebbero i due esami universitari sostenuti, senza particolari problematiche, dal ragazzo. Ma anche quando un attacco di ansia c’è stato (era il 4 maggio scorso, due giorni dopo l’incidente probatorio in cui Paolo ha avuto contatti con alcuni degli aggressori ndr), il problema è stato risolto in poco tempo con l'uso di ''blandi ansiolitici e antidepressivi''. Nessuno dei sintomi tipici dello stress post traumatico, quindi, è stato riscontrato.

Si torna in tribunale domani, giorno in cui avverrà la scelta del rito per Jacopo Polidori. Per ora bocche cucite da parte dei difensori anche se, con la nuova perizia depositata dal dott. Lanzetti e il suo peso nel proseguo del processo, la scelta del rito abbreviato, che in caso di condanna consente lo sconto di 1/3 della pena, non sembra azzardata.



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