ANNO 14 n° 88
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Il palazzo sequestrato
Affreschi distrutti: resta sotto sequestro la facciata del palazzo
Il tribunale del riesame toglie
i sigill al resto dell'immobile

VITERBO – Il tribunale del Riesame ha confermato il sequestro della facciata del palazzetto medievale in via San Leonardo dove, a seguito di alcuni lavori di ristrutturazione, sono stati in parte distrutti gli affreschi. Ma i giudici hanno anche accolto il ricorso presentato dagli avvocati dei proprietari e disposto quindi il dissequestro delle parti interne dell’immobile.

Una decisione questa che conferma, anche se in maniera implicita, il valore storico del palazzetto del Quattrocento e quindi l’iniziativa della polizia giudiziaria che, lo scorso 14 luglio, su segnalazione del giornalista e storico viterbese Mauro Galeotti, ha fatto scattare il provvedimento di sequestro dell’edificio. Galeotti, infatti, aveva scritto un articolo sul sito La Città rivolgendosi all'Ispettore capo della Polizia di Stato Felice Orlandini e al dottor Fabiano Tiziano Fagliari Zeni Buchicchio, entrambi ispettori onorari del ministero dei Beni Culturali, per segnalare che, nel corso di alcuni lavori di ristrutturazione, erano stati improvvidamente rovinati degli antichi affreschi.

La polizia giudiziaria era così intervenuta d'urgenza per evitare che la libera disponibilità dell’edificio potesse aggravare la situazione o agevolare la continuazione di eventuali reati e aveva apposto i sigilli al palazzo, anche se buona parte dei dipinti sono ormai andati irreparabilmente perduti. Nel corso delle indagini sull'accaduto, due persone sarebbero finite nel registro degli indagati: si tratta del proprietario dell'immobile e del progettista e direttore lavori di ripristino della facciata del palazzetto, accusati di violazione del codice sulla tutela dei beni culturali.

L'immobile non era sottoposto a vincolo, ma comunque tutelato ope legis. Quindi, ogni forma d’intervento che potrebbe mutarne l'aspetto, danneggiare o rimuovere lapidi, stemmi, graffiti, dipinti, iscrizione, va obbligatoriamente comunicata alla Soprintendenza competente per il nulla osta. E ora, mentre il procedimento penale continua il suo iter, è atteso l’intervento della Soprintendenza per quanto riguarda la parte restante dei graffiti.

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