ANNO 14 n° 89
Acqua, ''Per i beni comuni'' mette Nocchi alle strette
Valentini: ''Se non convoca subito il consiglio straordinario ci rivolgeremo al prefetto''. Ordine del giorno: no ad aumenti e privati

VITERBO - ''No all’aumento delle tariffe dell’acqua, no ai privati'' Sulla Talete Fabio Valentini mette il presidente della Provincia alle strette. Ieri il consigliere della lista ''Per i beni comuni'' ha protocollato una lettera con cui, oltre a sollecitare Nocchi a convocare un consiglio straordinario sull’acqua, si dice pronto, in caso di ulteriori ritardi, a ricorrere al prefetto Giovanni Bruno ''perché venga garantito il nomale esercizio democratico''.

La prima richiesta per un dibattito ad hoc sull'argomento era stata depositata ufficialmente il 10 febbraio, sulla scia degli aumenti astronomici approvati dalla conferenza dei sindaci dell’Ato a fine anno. Da allora il presidente della Provincia aveva 20 giorni per fissare il giorno della seduta. Valentini ha atteso anche oltre la naturale scadenza dei termini previsti dai regolamenti, ma niente.

Da Nocchi sarebbe giunta invece una lettera in cui si chiede che su certi argomenti, come appunto quello delle tariffe idriche, si possa discutere invece in un pre consiglio. Oltre al fatto che così facendo si priverebbe la cittadinanza dell'opportunità di assistere al dibattito, quella di Nocchi è apparsa una richiesta inusuale, per non dire inedita. Un preconsiglio per stabilire cosa? Una mossa che qualcuno ha letto con il timore da parte del presidente di non avere più i numeri giusti in aula, ora anche che il centrodestra sembra remare tutto dalla stessa parte.

L’ordine del giorno che la lista ''Per i beni comuni'' porterà in Consiglio impegna ''il presidente della Provincia a non ratificare alcun aumento tariffario dell’acqua; a non procedere alla vendita di quote di Talete a privati e a convocare una assemblea dell’Ato per discutere una gestione consortile per bacini idrografici che anche attraverso la fiscalità generale possa colmare le debolezze del nostro ambito, legati anche agli alti costi per la dearsenificazione''. Insomma, a dare applicazione della legge regionale 5 del 2014, come richiesto a gran voce anche dai comitati per l'acqua pubblica.




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