ANNO 14 n° 110
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A piazza dei Caduti il flash mob degli infermieri: palloncini rossi e mascherine in onore dei colleghi caduti
Il responsabile locale del movimento nazionale infermieri, Stefano Severini: ''L'Italia deve ripartire ma non può farlo senza di noi''

VITERBO - (max.vism.) - Un lancio di palloncini rossi e un minuto di silenzio per onorare i colleghi morti durante la battaglia contro il Covid 19. Questi sono stati i momenti più salienti del flash mob organizzato ieri mattina a piazza dei Caduti dal Movimento Nazionale Infermieri, un’associazione apolitica di operatori del settore nata durante l’emergenza pandemia con lo scopo di tutelare i diritti dei propri membri.

Un centinaio di infermieri scesi in piazza, tutti con un palloncino rosso in mano e sul viso quella che durante questa lunga pandemia è stata l’unica barriera che li separava dal contagio: una mascherina chirurgica.

Indossando il simbolo più forte di questo tragico periodo, uomini e donne hanno onorato la memoria dei colleghi scomparsi: l’ultimo saluto fatto di palloncini rossi che si sono innalzati nel cielo come preghiere.

''Siamo qui per onorare i nostri colleghi morti mentre lavoravano – ha detto il responsabile locale del movimento, Stefano Severini – ma non solo, noi infatti rappresentiamo tutti quegli infermieri che tutti i giorni rischiano la salute e che vivono il reparto quotidianamente, noi non apparteniamo a nessun colore politico, siamo semplicemente infermieri ed oggi siamo scesi in piazza non solo per ricordare i colleghi scomparsi ma anche per rivendicare quelli che sono i nostri diritti, e cioè un riconoscimento adeguato sia a livello sociale che economico, e l’uscita da quel comparto che ci colloca insieme ai tecnici e alle levatrici, vogliamo il riconoscimento di categoria a se stante e un adeguamento salariale al livello europeo''.

''La nostra è una sanità di eccellenza - ha continuato - noi ne siamo fieri, e siamo convinti di essere la spina dorsale di questa eccellenza, chiediamo inoltre che venga abolito il vincolo di esclusività per garantire a noi infermieri la libera professione come per i medici, e poi stop al demansionamento, perché vogliamo essere riconosciuti per ciò che siamo, ovvero infermieri e non dei tuttofare, e poi la stabilizzazione dei precari, lo scorrimento delle graduatorie che sono ferme da tempo immemore, infine – ha concluso Severini - chiediamo di avere un incontro con chi ci governa con dei ministri, sappiamo che l’Italia deve ripartire e non può ripartire senza di noi''.

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