ANNO 14 n° 88
35 grammi di cocaina
nel barattolo del riso,
''Io non abitavo lì''
Feliz Castillo in aula: ''Il mio nome sul citofono serviva solo per i corrieri''

VITERBO – ''Il mio nome sul citofono dell’appartamento in via del Forno, serviva solo ai corrieri per lasciare pacchi e acquisti fatti da internet a casa del mio amico Heraldo. Ma io non abitavo lì''. Rodolfo Feliz Castillo, l’ex stella di baseball, torna in aula a difendersi dalle accuse di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Lo fa in manette, dopo l’arresto dello scorso febbraio, per essere stato trovato in possesso di oltre 40 grammi di cocaina, nascosta nella camera da letto. 104 dosi in tutto, che gli sono costate dapprima una denuncia a piede libero lo scorso dicembre, poi la reclusione a Mammagialla da febbraio. Ma quella è altra storia.

Ieri mattina, assistito dal suo storico difensore, l’avvocato Samuele De Santis, il 37enne domenicano si è seduto al banco dei testimoni e, da imputato, ha ripercorso la giornata del 13 aprile 2016, quando i carabinieri lo arrestarono per aver trovato 35 grammi di cocaina all’interno di un barattolo del riso in casa.

''Avevo le chiavi di quell’appartamento – spiega l’ex sportivo – perchè ogni tanto lo usavo come appoggio prima o dopo la palestra. Ma non è lì che abitavo. E il mio nome sul citofono lo aveva scritto il mio amico per facilitare i corrieri quando dovevano consegnarmi dei pacchi. Era scritto su un pezzo di carta bianco, provvisoriamente''.

Uno stesso pacco che, stando a quanto riferito in aula di fronte al giudice Giacomo Autizi, avrebbe dovuto ricevere anche verso metà aprile di due anni fa: ''Avevo comprato un orologio. Da qualche parte dovrei avere ancora la ricevuta''.

Il prossimo 17 settembre la discussione.




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