ANNO 14 n° 88
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Il sindaco di Vallerano: ''Evitate di circolare nei castagneti''

VITERBO - Un pomeriggio intero trascorso, sotto una cappa rovente e polverosa, a scorrazzare nelle strade di campagna alla vana ricerca di un cartello che indicasse un castagneto trattato con i velenosissimi fitofarmaci sparsi a quintali per la lotta, altrettanto vana, a parassiti del castagno.

Niente: da Canepina a Vallerano, da Caprarola a Carbognano per finire a San Martino, non una riga che segnalasse a chiunque si avventurasse tra i castagni che potrebbe rischiare letteralmente la vita o, nel migliore dei casi, una serie di gravissime conseguenze.

Intanto, le autorità che dovrebbero garantire il rispetto delle norme e la salute dei cittadini, la prefettura, la Regione Lazio, la Provincia, la Asl, la Guardia Forestale, il Nas e chi più ne ha più ne metta, come il ''er popolo'' di trilussiana memoria, si grattano.

Eppure lo sanno che i trattamenti usati sono micidiali tanto che c'è chi, come il sindaco di Vallerano, Maurizio Gregori, ha pubblicato un avviso sul sito istituzionale del comune con il quale ''consiglia vivamente'' ai suoi concittadini di evitare di circolare nei castagneti e anche nelle strade vicinali che li costeggiano.

Ma perché in questo periodo non si debbono attraversare i castagneti e nemmeno passarci vicino? Per saperlo basta leggere gli effetti che il fitofarmaco più in voga può causare sull’uomo, riportati su ogni singola confezione: ''La sostanza – si legge alla voce 'Sintomi'- blocca la trasmissione nervosa iperstimolando pre-postinapticamente le terminazioni neuronali. Particolare sensibilità da parte di pazienti allergici ed asmatici, nonché dei bambini''.

E ancora, alla voce ''Sintomi a carico del sistema nervoso centrale'': ''Tremori, convulsioni, atassia; irritazione delle vie aeree: rinorrea, tosse, broncospasmo e dispnea''.

Non sono da meno le ''Reazioni allergiche scatenanti'': ''Anafilassi, ipertermia, sudorazione, edemi cutanei, collasso vascolare periferico''.

Ma le vere chicche stanno nell’indicazione a chi rivolgersi in caso di inalazione o ingestione e per la terapia: ''Centro antiveleni'' e ''rianimazione''.

Per chi ancora nutrisse dubbi sugli effetti micidiali del prodotto, è illuminante quest’altra prescrizione: ''Non rientrare nelle zone trattate prima di 24 ore; per lavorazioni agricole tra le 24 e le 48 ore dal trattamento indossare indumenti protettivi atti ad evitare il contatto con la pelle; impedire l’accesso degli animali domestici alle aree trattate''.

Insomma, l’uso dei fitofarmaci, per di più in un ambiente di altissimo pregio quel è quello dei Cimini, potrebbe causare un vero e proprio disastro. Ed è probabile che solo a disastro avvenuto qualcuno decida di alzare le terga.



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